Convenzione di New York, le considerazioni dell’Autorità garante dell’infanzia
Cosa manca all’Italia per dare piena attuazione alle raccomandazioni ONU in tema di tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Le dichiarazioni del Garante, Filomena Albano
“Sono trascorsi 30 anni dall’adozione a New York della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La ricorrenza impone un bilancio su ciò che è stato fatto e sulle sfide, presenti e future”. È quanto dichiara l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano in occasione del trentennale di domani 20 novembre.
Cosa manca per la piena attuazione dei diritti in Italia?
Tra le raccomandazioni dell’ONU c’è quella di superare le disparità territoriali e raccogliere dati su violenza, disabilità, fuori famiglia, salute mentale e dispersione scolastica. E ancora: assicurare maggior ascolto ai minorenni, garantire il diritto alla salute, contrastare l’abbandono scolastico, garantire la sicurezza degli edifici e migliorare la protezione dei minorenni vulnerabili.
“Allo stesso tempo se guardiamo la realtà di oggi, troviamo un mondo diverso: sono emersi nuovi bisogni, nuove esigenze e nuove vulnerabilità. Aumentano gli individualismi, si disgregano le relazioni a tutti i livelli: di coppia, tra generazioni e nella comunità. Abbiamo riflettuto su questo e abbiamo anche ascoltato bambini e ragazzi. Ne sono emersi nuovi diritti”.
I nuovi diritti dei bambini
Tra essi, ricorda Filomena Albano, il diritto dei bambini a non essere lasciati soli, a non dover assistere a discussioni o litigi tra genitori, a coltivare i propri sogni e a realizzarli, a utilizzare in modo consapevole e sicuro i nuovi media digitali.
“Sarebbe bene parlare di diritti in crescita. I diritti sono sì punti fermi, ma vanno interpretati in chiave evolutiva alla luce del principio, fissato dalla Convenzione, della prevalenza del superiore interesse del minore”.
Oggi i servizi all’infanzia e all’adolescenza non rispettano standard minimi uguali per tutti. Per colmare tali differenze occorre definire i livelli essenziali delle prestazioni previsti dalla Costituzione. L’Autorità garante ne ha indicati quattro: mense scolastiche per tutti i bambini delle scuole dell’infanzia, posti di nido autorizzati per almeno il 33% dei bambini fino a 36 mesi, spazi-gioco inclusivi per i bambini da zero a 14 anni e una banca dati sulla disabilità dei minorenni.
“Si tratta non di punti di arrivo, ma dell’inizio di un percorso per definirne altri cosicché sia possibile celebrare i 30 anni della Convenzione dando il via a una serie di azioni concrete per l’attuazione dei diritti di bambini e ragazzi. Perché nessun bambino resti indietro. Non uno di meno, non un diritto di meno”.