Contrassegno disabili, troppe vessazioni sui cittadini
Il contrassegno invalidi, secondo l’articolo 381 del regolamento d’attuazione al codice della strada, compete alle persone con capacità di deambulazione ridotta, è strettamente personale ed ha valore su tutto il territorio nazionale, come pienamente confermato dalla giurisprudenza costante della Cassazione. I diritti di chi è munito del contrassegno devono essere ugualmente rispettati da tutti Comuni del territorio italiano. Ma non sempre è così. Confconsumatori, infatti, assiste da anni un cittadino, munito di contrassegno invalidi rilasciato da un Comune della provincia, che è stato sanzionato centinaia di volte all’entrata nei varchi elettronici in altri comuni del grossetano o toscani (anche nel caso di segnalazioni scritte inviate via fax alla Polizia Municipale del luogo). L’uomo si è trovato costretto, quindi, ad inviare centinaia di ricorsi alla Prefetture, che talvolta hanno adottato provvedimenti fantasiosi come quelli di annullare le multe ma far pagare le spese di notifica al cittadino, così comunque vessando l’avente diritto e talvolta (come Firenze) hanno fatto prevalere i regolamenti comunali contrastanti con la legge nazionale.
“I Varchi delle Ztl, a Grosseto così come altrove, non possono limitare il diritto dei deambulanti ed i Comuni devono cessare ogni forma di vessazione a carico dei cittadini che hanno un diritto personale pieno a prescindere dal veicolo che utilizzano” fanno sapere dall’Associazione che specifica: “Nessuna forma di comunicazione preventiva o successiva può essere imposta dai Comuni ai cittadini, da qualsiasi parte d’Italia provengano ed a prescindere dal veicolo che utilizzano, come avviene a Grosseto ed altrove (Cass. Sent. 719/08 sez. II e GDP Arezzo 27/6/2006). Sono gli strumenti elettronici che devono piegarsi ai cittadini e non il contrario”.
Eppure una raccomandazione del Consiglio Europeo (98/376/CE) ha adottato il contrassegno unificato disabili europei che permetterebbe ai disabili di circolare liberamente ovunque. Peccato che l’Italia non ha ancora recepito la normativa comunitaria nonostante già nel 2008 il Parlamento aveva impegnato il Governo, con apposita risoluzione, all’adozione del contrassegno unificato (di colore, dimensioni e simbologia diverso da quello italiano) ,ed ancora oggi dobbiamo tollerare una simile inadempienza.