Serve un fisco amico degli animali. Perché gli amici a quattro zampe che popolano le case italiane – un terzo delle famiglie italiane vive in compagnia, specialmente di cani e gatti – non possono essere considerati beni di lusso come invece sembra andato a guardare aliquote Iva, costi dei farmaci veterinari e detrazioni fiscali effettive. Questo il messaggio della Lav, che sarà in piazza nel fine settimana del 10 e 11 marzo e in quello successivo con la petizione “un fisco non più nemico dei quattrozampe” e le uova di Pasqua dell’associazione. La Lav chiederà al Parlamento misure che tutelino i diritti degli animali e delle loro famiglie.

Cani e gatti, ma non solo, popolano la vita di oltre il 32% degli italiani. Che affrontano spese di cura spesso consistenti: il 57,7% di chi vive con un animale domestico mantiene le spese mensili al di sotto dei 50 euro ma è aumentato il numero di chi spende fino a 100 euro al mese per cibo, vaccini, spese veterinarie e pulizie (dati Eurispes 2018). Il costo delle prestazioni veterinarie e dei farmaci è consistente e su questo si levano le proposte della Lav.

L’associazione chiede infatti la cancellazione dell’aliquota Iva su prestazioni veterinarie per animali adottati e la riduzione di quella su prestazioni veterinarie e cibo per animali non tenuti a scopo di lucro. Oggi infatti si applica un’aliquota IVA del 22%, la stessa dei beni di lusso. Altra richiesta che verrà portata in piazza è quella di abbattere il costo dei farmaci veterinari con il riconoscimento del farmaco generico anche in veterinaria e dell’uso del farmaco-equivalente. “ll prezzo del farmaco veterinario, spesso ingiustificatamente alto rispetto gli equivalenti ad uso umano, e quello delle prestazioni veterinarie, possono rappresentare degli ostacoli alle terapie, fino a pregiudicare, in alcuni casi, il diritto dell’animale a essere curato e il dovere di chi lo detiene a prestargli la dovuta assistenza – denuncia la Lav –Oltre che per i cittadini, questi costi rappresentano un problema per il Servizio Veterinario pubblico, per i Comuni e per le Onlus e hanno come effetto l’aumento della spesa pubblica, un peggioramento complessivo della tutela degli animali, e potenziali ricadute negative in termini igienico-sanitari per l’intera collettività”.

La terza richiesta avanzata dalla Lav nella presenza in piazza di marzo è quella di aumentare la quota di detrazione fiscale delle spese veterinarie e dei farmaci veterinari dalla dichiarazione dei redditi, rendendola totale per chi adotta un cane o un gatto. Oggi queste spese sono infatti detraibili entro il limite esiguo di 387,34 euro, con uno sconto massimo di soli 49,06 euro.

“Vogliamo favorire un miglioramento della qualità di vita degli animali e un incremento delle adozioni, rendendo maggiormente sostenibile la spesa sostenuta dai cittadini, sia come privati che come sistema pubblico – afferma la Lav – L’adozione di un cane o un gatto abbandonato, infatti, è un gesto d’amore, ma anche un fondamentale strumento di contrasto al randagismo, che assicura allo stesso tempo il rispetto per gli animali e un risparmio considerevole per tutta la collettività”. Dall’associazione arriva poi la richiesta del riconoscimento degli animali come “esseri senzienti” e del loro inserimento nello stato di famiglia.


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