bambini povertà guerra

Solo lo 0,5% dei finanziamenti umanitari per i paesi colpiti da guerre è destinato alla protezione dei bambini

Non bastano i soldi stanziati in difesa dei bambini nel mondo. Solo lo 0,5% dei finanziamenti umanitari destinati ai paesi colpiti dalle guerre e dalle crisi è destinato ad attività di protezione dei bambini. Attività molteplici: comprendono la prevenzione della violenza, degli abusi, dello sfruttamento. Significa lottare contro il reclutamento dei minori nei gruppi in guerra e nelle forze armate, porre fine agli attacchi contro scuole e ospedali, riunire alle famiglie i bimbi che sono stati separati. I fondi messi in campo sono pochi. Servirebbero invece circa 800 dollari a bambino. Non è una grande cifra. Eppure non viene messa in campo.

 

bambini in fila in contesto di conflitto
Un bambino su cinque nel mondo vive in contesti colpiti da conflitti

 

Bambini indifesi

I dati vengono dallo studio “Unprotected: Crisis in Humanitarian Funding for Child Protection”, realizzato da Save the Children per conto della Alliance for Child Protection in Humanitarian Action e la Child Protection Area of Responsibility. Il rapporto analizza il totale dei finanziamenti umanitari globali assegnati tra il 2010 e il 2018 per la protezione dei bambini, con un focus su 13 paesi colpiti da conflitti, tra cui Siria, Yemen, Iraq e Afghanistan.

«Nonostante il numero di minori che vive in zone colpite da conflitti sia quasi raddoppiato dal 1990 ad oggi e le gravi violazioni accertate contro i bambini si siano quasi triplicate dal 2010, – denuncia Save the Children – l’insufficienza dei fondi stanziati per aumentare la protezione dei bambini negli interventi umanitari è allarmante».

Solo lo 0,5% del totale dei finanziamenti umanitari è destinato alle attività di protezione dei minori. I finanziamento umanitario complessivo in realtà è aumentato nell’ultimo decennio e lo è anche quello assegnato a interventi di protezione dell’infanzia ma «il bisogno di interventi di protezione dei più vulnerabili è aumentato ancora di più».  In paesi come l’Afghanistan e la Repubblica Centrafricana, per esempio, nel 2018 è stato rispettivamente stanziato solo il 18% e il 25% dei fondi indispensabili per la protezione dei minori.

Un campanello d’allarme per i leader del mondo

Il rapporto è stato diffuso in occasione della riunione dei leader mondiali a New York per il forum politico sullo sviluppo sostenibile.

«Questo rapporto – ha detto Gunvor Knag Fylkesnes, Direttore Advocacy per Save the Children Norvegiaè un tempestivo campanello d’allarme affinché i leader intraprendano azioni immediate per prevenire le violazioni dei diritti dei bambini e rispondano all’urgente necessità di protezione e altri bisogni come sostegno alla salute mentale e il supporto psicosociale, il ricongiungimento familiare, il recupero e il reinserimento».

Protezione in contesti di crisi e conflitto significa agire perché i bambini non vengano reclutati come soldati. Perché tornino in famiglia, se sono stati separati.

«In concreto, questo significa intervenire in molti modi come ad esempio prevenire il reclutamento e l’uso di bambini da parte di forze e gruppi armati, e il sostegno al reinserimento dei bambini nelle loro famiglie e comunità – ha spiegato Hani Mansourian dell’Alliance for Child Protection in Humanitarian Action – Inoltre, chiediamo la fine degli attacchi contro scuole e ospedali, fornendo servizi di sostegno psicologico e psicosociale di qualità, evitando la separazione familiare e favorendo il ricongiungimento dei bambini che sono stati separati dalle loro famiglie. Gli interventi includono anche la creazione di spazi sicuri per i bambini durante le emergenze e la gestione dei casi di minori più vulnerabili».

 

bambino davanti palazzo diroccato

 

Finanziamenti scarsi

I finanziamenti per l’infanzia, dice ancora la ricerca, sono molto limitati. I costi variano certo a secondo delle attività e del contesto locale, ma non si possono certo definire insostenibili.

«Per fornire una gestione dei casi di alta qualità con riferimento alla fornitura di servizi e al ripristino dei legami familiari, è necessaria una media di 800 dollari per ciascun bambino», dice lo studio.

Cosa fare? La ricerca invita i donatori ad aumentare i fondi per la protezione dei minori dallo 0,5% ad almeno il 4% del totale dei finanziamenti umanitari per iniziare a colmare questa lacuna, e chiede agli operatori umanitari di dare priorità alle attività di protezione dei minori nelle loro richieste di finanziamento e negli appelli umanitari.

«Alla fine, la misura della nostra umanità si vede da come trattiamo i nostri figli, che sono i più vulnerabili – dice Knag Fylkesnes – Oggi, 1 bambino su 5 vive in contesti colpiti da conflitti e intraprendere un’azione congiunta e immediata per proteggerli dalle gravi violazioni dei loro diritti dipende da noi».


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Sabrina Bergamini
Sabrina Bergamini
Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.

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