Minori e media, Telefono Azzurro: accrescere attenzione
Ieri, presso la Sala del Mappamondo, la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza ha celebrato la Giornata nazionale annuale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza con una Conferenza-Incontro dal titolo “Rigore, equità, crescita: per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. E’ stato presentato alla stampa il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sulla tutela dei minori nei mezzi di comunicazione, approvato dalla Commissione lo scorso 18 ottobre.
“Bisogna accrescere l’attenzione sui rischi che vecchi e nuovi media possono rappresentare per i minori e investire di più sull’infanzia in termini culturali, sociali, politici ed educativi” ha affermato il Professor Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro condividendo il documento conclusivo.
Poiché i bambini e gli adolescenti sono tra i principali fruitori delle tecnologie è necessario capirne meglio i rischi e capire come tutelarli. E per far ciò occorrono un’adeguata programmazione televisiva, un maggiore controllo nell’uso improprio della Rete, dei videogiochi online, delle chat e dei social network. Sui temi della tutela dei minori nei media c’è ancora molto da fare – conclude Caffo – e un’alleanza scuola-famiglia, che indirizzi il minore a forme di apprendimento più responsabili e critiche nell’utilizzo delle nuove tecnologie, può costituire un’ottima partenza per la soluzione del problema”.
Telefono Azzurro ha affrontato già in altre occasioni il rapporto tra giovani e media: nell’Indagine Conoscitiva sull’Infanzia e sull’Adolescenza realizzata da Telefono Azzurro ed Eurispes e pubblicata nel dicembre 2011, emerge, infatti, come le giovani generazioni siano sempre più dipendenti dalla televisione (quattro ragazzi su dieci sono davanti allo schermo almeno da1 a2 ore al giorno), che si contende il primato con il computer.
Generazioni di cybernauti gli adolescenti appaiono sempre più attaccati a cellulari, Pc e ad Internet e perciò sempre più esposti a rischi come l’adescamento, il cyberbullismo o il sexting, la nuova preoccupante pratica che consiste nell’invio di immagini e video a sfondo sessuale anche attraverso i propri cellulari.
Sempre dai dati dell’Indagine di Telefono Azzurro ed Eurispes, ai nativi digitali si contrappongono genitori che hanno una conoscenza limitata delle nuove tecnologie e, cosa ancor più importante, non sembrano avere piena consapevolezza dei rischi connessi al loro utilizzo. Un genitore su cinque ammette, infatti, di conoscere poco o niente delle attività dei figli nel mondo virtuale. Quasi la metà dei genitori intervistati (46,4%) ritiene impossibile che il proprio figlio chattando incontri un adescatore/pedofilo. Il 47°% ritiene impossibile che il proprio figlio veda su Internet immagini sessualmente esplicite. L’88,9% ritiene impossibile che il figlio possa spogliarsi e mettere sue immagini/video on line. L’84% ritiene impossibile che i figli diffondano su Internet informazioni/video che possono far soffrire altri coetanei (cyberbullismo).
Dati che evidenziano la necessità di far seguire alle ricerche interventi che promuovano non solo una maggiore consapevolezza ma anche l’individuazione e l’utilizzo di più adeguati strumenti di tutela di bambini e adolescenti.
