Sono 13.000 minori stranieri di non accompagnati presi in carico dai Comuni italiani nel 2014. Di questi, 9.229 sono stati inseriti nei percorsi di prima e seconda accoglienza. Un dato in crescita, dicono da Anci e Cittalia che hanno presentato questa mattina il VI Rapporto sull’argomento. Il 96% dei giovani presi in carico dai servizi sociali sono maschi (la fascia 16-17 anni è cresciuta, dal 2006, fino all’80% nel 2014). Sempre nel 2014, oltre la metà dei minori (53,8%) proviene da quattro paesi: Egitto (21,5%), Bangladesh (13,2%), Gambia (10%), Albania 9,1%). Si registra poi un aumento di minori richiedenti protezione internazionale nel decennio, passando dai 251 del 2006 agli oltre 3.000 del 2014 (passando dal 3,2% sul totale dei minori presi in carico dai servizi sociali del 2006 al 23,4% nel 2014).
Il vicepresidente dell’ANCI Umberto Di Primio ha ricordato come “i Comuni sono il luogo in cui i diritti diventano concretamente esigibili soprattutto per quanto riguarda la tutela dei minori soli che arrivano sul nostro territorio. Come emerge dal rapporto realizzato da ANCI-Cittalia sulle politiche di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, il numero di minori stranieri non accompagnati presenti in Italia è rimasto stabilmente alto nel corso degli anni, attestandosi mediamente intorno alle 8.000 unità annue, con un incremento particolarmente consistente negli ultimi tre anni. Una situazione che richiede un sistema di accoglienza e integrazione strutturato e realmente diffuso su tutto il territorio nazionale che permetterà al nostro Paese di non inseguire di volta in volta le varie emergenze”.
I prossimi nodi cruciali per assicurare una migliore filiera dell’accoglienza sono l’aumento dei posti nelle reti strutturate di prima e di seconda accoglienza, la deroga al blocco del turnover del personale per i Comuni che accolgono i minori soli nell’ambito dello Sprar, la riduzione dei tempi di nomina del tutore e del rilascio del permesso di soggiorno ed evitando la creazione di circuiti speciali di accoglienza dedicati esclusivamente ai minori stranieri non accompagnati.
La presidente della Commissione Immigrazione dell’ANCI Irma Melini ha rimarcato che “un sistema di governance strutturata che garantisca la tutela e la dignità delle persone soprattutto delle categorie più deboli come i minori soli che arrivano in Italia è la strada da percorrere”. “Rispetto al passato”, prosegue “sono diffuse le realtà territoriali interessate dalla presenza di minori stranieri non accompagnati, sono infatti circa un centinaio i Comuni che ospitano l’85% dei minori stranieri contattati e/o presi in carico, la maggioranza dei quali concentrati nel Nord del Paese (anche zone di frontiera quali il Friuli-Venezia Giulia), nel sud della Puglia, in Calabria e Sicilia”.
L’ANCI  ha sollecitato il Governo in ogni sede istituzionale e in particolare nell’ambito del Tavolo di Coordinamento Nazionale ad assumere piena responsabilità degli interventi a favore dei minori stranieri non accompagnati. “Con il Piano nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati approvato in Conferenza Unificata il 10 luglio 2014 si è inaugurato un nuovo approccio anche per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, attribuendo al Ministero dell’Interno la responsabilità dell’organizzazione della loro accoglienza, superando la precedente disciplina che distingueva i minori non accompagnati richiedenti asilo dai non richiedenti asilo”.
 
 


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