Rimborso trasporti in Sicilia, Federconsumatori diffida Trenitalia: cittadini discriminati
Cittadini siciliani ingiustamente discriminati nell’accesso al rimborso dei Trasporti. Federconsumatori: “AGCM e ART intervengano sanzionando le illegittime limitazioni imposte”
La seconda ondata della pandemia avanza, ma sono ancora tanti i cittadini costretti a fare i conti con i disservizi collegati all’emergenza sanitaria, come quelli relativi al rimborso dei trasporti in Sicilia. È quanto denunciato dalla Federconsumatori, che ha diffidato Trenitalia per tutelare i cittadini siciliani, ingiustamente discriminati nell’accesso ai rimborsi Covid.
Federconsumatori Sicilia, insieme al Comitato Pendolari Sicilia, ha inoltre inviato una segnalazione di tali condotte scorrette all’Antitrust e all’Autorità de Trasporti.
Rimborso trasporti in Sicilia, la denuncia di Federconsumatori
Secondo quanto previsto dalla normativa (ai sensi dell’articolo 215 del D.L. n. 34/2020) si dovrebbe garantire in tutta Italia il diritto al rimborso dei titoli di viaggio emessi dalle aziende ferroviarie o di trasporto pubblico locale.
“In Sicilia, invece, – spiega Federconsumatori – sono state emanate, da parte dell’Assessorato per la Mobilità regionale, delle linee guida del tutto discriminatorie e illegittime”.
In particolare, secondo quanto rilevato dall’associazione, viene introdotto un termine di decadenza non previsto dalla legge: si stabilisce infatti che il rimborso deve essere richiesto, pena decadenza del beneficio, entro il 31 dicembre 2020. Si specifica, inoltre, che per i titoli di corsa semplice e per gli abbonamenti settimanali non è riconosciuto alcun rimborso.
Un’ultima disposizione vessatoria – prosegue Federconsumatori – riguarda il rimborso in contanti, erogabile ai soli titolari di abbonamenti mensili e/o annuali appartenenti a una delle seguenti categorie: studenti al termine del ciclo scolastico (scuole secondarie di II grado) o universitario e studenti che hanno cambiato sede di studio che presentino apposita attestazione; lavoratori che hanno cessato la propria attività/rapporto di lavoro o che siano stati trasferiti (con apposita attestazione).
“Tutte limitazioni che, di fatto, escludono illegittimamente molti utenti dal diritto al rimborso – afferma l’associazione. – Discriminazioni di questo genere non possono essere ammesse, per questo ci aspettiamo l’immediata cessazione dell’applicazione di queste incomprensibili limitazioni e il ripristino dei giusti diritti dei cittadini, riconosciuti a livello nazionale ed europeo”.