Editoria scolastica fra normativa, prezzi e nuove edizioni. Consumatori: bene il faro Antitrust
Piace alle associazioni dei consumatori l’indagine conoscitiva che l’Antitrust ha avviato nei confronti del mercato dell’editoria scolastica
Piace alle associazioni dei consumatori il faro che l’Antitrust ha deciso di accendere sul mercato dell’editoria scolastica.
Normativa speciale, prezzi, nuove edizioni dei libri: tutte le criticità che spesso l’editoria scolastica presenta alle famiglie vengono ricordate dai Consumatori, che accolgono con favore l’apertura dell’indagine conoscitiva decisa dal Garante della Concorrenza sull’editoria scolastica destinata alla scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. Anche perché, come scrive l’Autorità, “la particolare valenza culturale del bene-libro ha anche portato all’adozione di normative speciali, che condizionano profondamente il settore”.
Consumatori: editoria scolastica, ecco cosa cambiare
L’Unione Nazionale Consumatori chiede dunque che siano aggiornati leggi e regolamenti. Commenta il presidente dell’associazione Massimiliano Dona: «Da anni siamo i soli a batterci perché siano aboliti gli articoli della Legge 27 luglio 2011, n. 128, che nel 2020, con la Legge n. 15/2020, per fare un favore ai librai, è stata ulteriormente peggiorata, danneggiando le famiglie e vietando alle grandi catene di supermercato e alle piattaforme digitali di poter fare sconti sui libri scolastici superiori al 15% del prezzo di copertina, anche sotto forma di buoni spesa».
Per Dona si tratta di un provvedimento “statalista” e di non di libero mercato. Prosegue il presidente UNC: «Nel 2019 i ribassi arrivavano, grazie ai buoni sconto, anche al 25%, mentre ora non possono superare quella soglia. Una tassa occulta del 10% a danno dei consumatori. Ora, visto che il legislatore non ci ha mai ascoltato, speriamo che con l’aiuto dell’Antitrust si decida a eliminare ogni vincolo agli sconti sui libri scolastici. Bene anche il faro sulle false nuove edizioni e sui tetti di spesa, invero violati sistematicamente con la scusa dei libri facoltativi».
Il mercato dell’editoria scolastica, ricorda il Codacons, muove circa un miliardo di euro e la spesa delle famiglie per il loro acquisto “aumenta di anno in anno”. Nell’ultimo mese, dice il Codacons, “i prezzi dei testi sono rincarati del +4,9% su base annua, portando la spesa per i libri a raggiungere i 700 euro a studente per alcuni indirizzi di studio”.
È anche una questione di spesa, e di nuove edizioni di libri che spesso vengono contestate da famiglie e associazioni. Prosegue il Codacons: “Ogni anno, attraverso piccole modifiche ai testi, una nuova prefazione, capitoli introduttivi, e cambiamenti minimi, si immette sul mercato un nuovo testo scolastico che deve essere acquistato per sostituire quello dell’anno precedente. Un danno per le famiglie che devono così acquistare un nuovo libro indicato dai professori, andando incontro ad una spesa aggiuntiva che porta il conto complessivo del caro-scuola a raggiungere, tra libri e corredo, la soglia dei 1.300 euro a studente”.
Per il diritto allo studio
«Accogliamo positivamente l’apertura dell’indagine conoscitiva da parte dell’AGCM sull’editoria scolastica che punta a far luce sulle criticità relative all’aumento dei prezzi per libri e materiale scolastico – ha commentato Martina Donini, presidente nazionale di Udicon – La nostra ultima ricerca, condotta in collaborazione con l’Istituto Piepoli, ha messo in evidenza quanto l’aumento del costo dei libri e del materiale scolastico stia gravando pesantemente sulle famiglie. Il 36% delle famiglie ha dichiarato di essere costretto a ridurre o rinunciare alle attività extra-scolastiche dei propri figli proprio a causa dei costi elevati legati all’istruzione. Tra queste, lo sport (38%) e le gite scolastiche (22%) risultano le attività più sacrificate».
È ora di fare luce sul settore e sull’aumento dei costi, aggiunge a stretto giro Federconsumatori, perché gli alti costi rappresentano “un serio e oggettivo ostacolo al diritto allo studio”.
“Invitiamo l’Antitrust, nell’ambito di questa indagine, ad avviare un ulteriore approfondimento – aggiunge Federconsumatori – in relazione allo sforamento (spesso sistematico, a volte addirittura sfacciatamente dichiarato nell’elenco dei testi da adottare) dei tetti di spesa imposti del Ministero per la spesa destinata ai libri di testo”.