Mense scolastiche, Cittadinanzattiva: costano in media 82 euro al mese (Foto Anastasia Shuraeva per Pexels)

Mense scolastiche come servizio pubblico universale. È la proposta di Cittadinanzattiva che torna a esaminare le tariffe delle mense scolastiche, insieme agli investimenti previsti del PNRR, nel Report 2022/2023. Le famiglie pagano in media 82 euro al mese, nell’anno scolastico in corso, per la mensa di un figlio iscritto alla scuola primaria o dell’infanzia. Sono circa 4 euro a pasto. La regione mediamente più costosa è la Basilicata (109 euro mensili) mentre quella più economica è la Sardegna (58 euro nell’infanzia e 62 euro per la primaria).

Ma la valutazione sulle mense scolastiche non riguarda solo il costo delle tariffe. Su oltre 40 mila edifici scolastici in Italia, solo 13.533 (il 33,6%) sarebbero dotati di mensa scolastica o, per meglio dire, di un “ambito funzionale alla mensa” come viene definito nell’Open Data del Ministero dell’Istruzione. E fra gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza c’è la creazione di circa 1.000 nuove mense scolastiche. Ma tutto questo non basta. Non solo perché Cittadinanzattiva chiede una mensa che sia servizio universale, ma anche perché le mense scolastiche a oggi non sono garantite a tutte le famiglie. Eppure sono fondamentali per una corretta alimentazione – a fronte dei dati sulla povertà alimentare e di quelli sulla cattiva nutrizione – e perché la presenza di una mensa è direttamente correlata alla disponibilità del tempo pieno.

La mensa scolastica, ricorda Cittadinanzattiva nel report, è importante perché “una corretta alimentazione è alla base della crescita e dello sviluppo psicofisico di bambini e ragazzi e dunque la mensa può garantire a tutti gli alunni che possono accedervi pasti sani ed equilibrati indipendentemente dalle possibilità territoriali, economiche, organizzative delle proprie famiglie di origine”.

Inoltre la mensa scolastica significa anche possibilità di fare tempo pieno a scuola e di estendere il tempo pieno in tutto il primo ciclo, dai 6 ai 14 anni. Una possibilità che oggi non c’è, laddove due terzi degli studenti della scuola primaria hanno un tempo di istruzione ridotto mentre nella scuola secondaria di 1° grado possono usufruirne solo il 13% di ragazze e ragazzi (Report Cittadinanzattiva su dati EducAzioni).

 

Cittadinanzattiva mense scolastiche Report 2022/2023

 

Le tariffe delle mense scolastiche

L’indagine sulle mense scolastiche esamina le tariffe di tutti i 110 capoluoghi di provincia sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria. Il Trentino Alto Adige non è presente nell’indagine, poiché le due province autonome calcolano le tariffe su indicatori diversi dall’Isee e non comparabili con le altre regioni. La famiglia di riferimento è composta da tre persone (due genitori e un figlio minore), ha un reddito lordo annuo di € 44.200, con corrispondente ISEE di € 19.900. Nel calcolo della quota annuale del servizio di ristorazione scolastica si è ipotizzata una frequenza di 20 giorni mensili per un totale di 9 mesi escludendo eventuali quote extra annuali e/o mensili.

L’incremento rispetto alla precedente indagine, riferita al 2020/21, è stato di poco più del 2%, ma le variazioni sono molto differenti a livello regionale: si passa da un aumento a due cifre in Basilicata (+19% e +26% rispettivamente per scuola primaria e quella dell’infanzia) e in Campania (+12% circa per entrambe le tipologie di scuola) al decremento più elevato registrato in Sardegna (-10,5% nell’infanzia e -4,5% nella primaria).

Le tariffe sono sostanzialmente invariate nelle regioni Lazio, Marche, Umbria e Valle d’Aosta.

Le tariffe più basse ci sono per le famiglie di Barletta, dove il singolo pasto costa 2 euro sia per l’infanzia che per la primaria) mentre per l’infanzia si spende di più a Torino (6,60 euro a pasto) e per la primaria a Livorno e Trapani (6,40 euro).  Fra le città metropolitane, soltanto Roma rientra nella classifica delle meno care, con un costo a pasto per la famiglia “tipo” di circa 2,40 euro in entrambe le tipologie di scuola.

Mense scolastiche, perché sono importanti

L’importanza delle mense scolastiche emerge quando si guarda a dati generali sulla povertà alimentare o sulla cattiva nutrizione. In Italia circa 1 famiglia su dieci non può permettersi di mangiare carne o pesce ogni due giorni, come rivela l’indagine Istat del 2019 sul reddito e le condizioni di vita delle famiglie. La percentuale sale a circa il 13% dei nuclei monogenitoriali e al 17-18% delle famiglie del sud e delle isole.

Un altro dato cui guardare è quello dell’obesità infantile. Cittadinanzattiva cita l’ultimo rapporto “Cosi” (Childhood Obesity Surveillance Initiative) dell’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha monitorato 411.000 bambini tra i 7 e i 9 anni in 33 Paesi. L’Italia si colloca al quarto posto per sovrappeso e obesità infantile con tassi appena al di sotto del 40%, superata solo da Cipro, Grecia e Spagna. Sempre in Italia il 94,5% dei bambini non pratica un adeguato livello di attività fisica. A pesare sono anche i pochi impianti pubblici per lo sport, così come le palestre negli edifici scolastici (6 su 10 ne sono privi).

«A fronte di ciò e dell’aumento della povertà minorile, crediamo che il servizio di ristorazione scolastica debba essere riconosciuto al più presto come servizio pubblico universale – ha detto Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva – Nel frattempo è indispensabile da un lato aumentare il numero di mense scolastiche in tutto il Paese, soprattutto nelle aree del Sud e in quelle interne ed ultraperiferiche, andando oltre i 1000 interventi previsti dal PNRR che solo per poco più della metà saranno effettivamente nuovi locali mensa; dall’altra ampliare le fasce di reddito per le quali è previsto l’accesso gratuito e contenere i costi a carico delle altre famiglie. Disporre di mense oltre che garantire un pasto proteico al giorno a tanti bambini e ragazzi consente di favorire l’ampliamento del tempo pieno e di tenere le scuole aperte per più ore al giorno, come presidio contro la dispersione».

Mense scolastiche e PNRR

L’associazione propone anche un approfondimenti sui fondi PNRR destinati alle mense. Sono previsti 908 interventi, dei quali il 58% saranno realmente mense nuove.

Attualmente gli edifici scolastici statali con la mensa sono un terzo del totale: 13.533 sulle 40.160 scuole. Il PNRR, spiega l’associazione, ha stanziato 400 milioni di euro per la costruzione di 1.000 mense. Ad oggi ci sono dettagli di 908 interventi approvati. Poco più della metà di questi ultimi, ossia 526 pari al 58%, prevede la costruzione di nuove mense, di cui 230 (48% delle nuove mense) al Sud. Per il resto si tratta di interventi di demolizioni, ricostruzioni e ampliamento (23%) e di riqualificazione o riconversione di spazi e mense preesistenti e messa in sicurezza (19%). Sono anche previsti fondi aggiuntivi, conclude Cittadinanzattiva, ma non si hanno ancora notizie certe.


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Sabrina Bergamini
Sabrina Bergamini
Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.

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