
Agroalimentare, le proposte della Ue: più frutta nella marmellata, etichette obbligatorie su miele e frutta secca (Foto di -Rita-👩🍳 und 📷 mit ❤ da Pixabay)
Agroalimentare, le proposte della Ue: più frutta nella marmellata, etichette obbligatorie su miele e frutta secca
La Commissione ha proposto di aggiornare le norme sulla commercializzazione dei prodotti agroalimentari nell’ottica di una dieta più sana e della prevenzione degli sprechi
Etichette più chiare e obbligatorie per miele, frutta a guscio e frutta secca, insalata in busta. Più frutta nella marmellata, nome che potrà essere usato per tutte le confetture. Azioni sulle etichette dei succhi di frutta e una serie di interventi per limitare lo spreco alimentare. Sono alcune delle proposte della Commissione europea, che nei giorni scorsi ha proposto di rivedere le norme sulla commercializzazione dei prodotti agroalimentari per rispondere alle esigenze dei consumatori, con l’obiettivo di promuovere diete più sane e sostenibili e di prevenire gli sprechi alimentari. Le proposte riguardano frutta e verdura, succhi e confetture di frutta, miele, uova, pollame.
«Le norme di commercializzazione sono la lingua comune tra i consumatori e gli operatori per sapere cosa viene commercializzato e per garantire una concorrenza leale per tutti nell’UE – ha detto Janusz Wojciechowski, commissario per l’Agricoltura – Così come ogni lingua evolve nel corso del tempo, cambiano anche le esigenze e le abitudini di tutti i protagonisti della filiera alimentare. Vogliamo migliorare la trasparenza dei prodotti venduti ai consumatori e ridurre gli sprechi alimentari, valorizzando nel contempo metodi di produzione ancora più sostenibili e più sani per i produttori».
Etichettatura di origine
In tema di etichettatura di origine, Bruxelles vuole norme più chiare e obbligatorie per miele, frutta a guscio e frutta secca, banane mature, frutta e verdura rifilate, trasformate e tagliate (come le foglie di insalata confezionate). In caso di miscele, occorrerà riportare sull’etichetta il o i paesi di origine. Il fatto di elencare i paesi di origine consentirà di aumentare la trasparenza per i consumatori, oltre a promuovere la produzione di questi prodotti nell’UE.
Succhi di frutta
I succhi di frutta, propone la Commissione, potranno recare la menzione “senza zuccheri aggiunti” per chiarire che, contrariamente ai nettari di frutta, i succhi non possono per definizione contenere zuccheri aggiunti, una caratteristica di cui la maggior parte dei consumatori non è a conoscenza. Inoltre, per rispondere alla crescente domanda di prodotti con meno zuccheri, un succo riformulato potrebbe indicare sull’etichetta “succo di frutta a tasso ridotto di zuccheri“. Per semplificare ulteriormente e adattarsi ai gusti dei consumatori, il termine “acqua di cocco” potrebbe essere utilizzato accanto a “succo di cocco”.
Marmellate e confetture
Su confetture e marmellate, il contenuto di frutta sarà portato da 350 a 450 grammi minimi (550 per i prodotti di alta qualità) per chilogrammo di prodotto finito. Con l’aumento generalizzato del contenuto di frutta, ai consumatori verrebbe offerto un prodotto con meno zuccheri liberi e una quantità di frutta superiore a quella attuale. Il termine “marmellata“, finora autorizzato soltanto per le confetture di agrumi, si applicherebbe a tutte le confetture, in modo da adeguare il nome del prodotto a quello più utilizzato a livello locale.
Per le uova, secondo Bruxelles i pannelli solari potrebbero essere introdotti nei sistemi di produzione all’aperto per stimolare l’approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili. Anche la stampigliatura delle uova verrebbe effettuata direttamente in azienda per migliorare la tracciabilità.
Sprechi alimentari
Sugli sprechi alimentari, le revisioni proposte riguardano sia i rifiuti alimentari che quelli di imballaggio. Ad esempio, per gli ortofrutticoli esteticamente meno attraenti (con difetti esterni, ma comunque adatti al consumo locale/diretto) venduti a livello locale e direttamente dai produttori ai consumatori è prevista una deroga dalle norme di commercializzazione. Valorizzarne la freschezza potrebbe offrire ai consumatori maggiori opportunità di acquistare frutta e verdura fresca a prezzi più accessibili e andare a vantaggio dei produttori attivi nelle filiere corte. Lo stesso vale per alcuni prodotti colpiti da calamità naturali o da altre circostanze eccezionali, se il loro consumo è sicuro. In tema di imballaggio, i prodotti destinati alla donazione potrebbero essere esentati dai principali requisiti di etichettatura.

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