La Commissione Europea da tempo spinge sul mercato unico, convinta della sua forza motrice essenziale per la crescita economica. Un ruolo strategico e fondamentale nel mercato unico ce l’ha la direttiva “Servizi“: adottata a dicembre 2006, disciplina servizi che rappresentano più del 45% del PIL dell’UE. Si stima che la sua attuazione determinerà un aumento dello 0,8% del PIL dell’UE nei prossimi 5-10 anni, cifra che potrebbe toccare il 2,6% se gli Stati membri si impegneranno di più. Le imprese, inoltre, ridurrebbero di un terzo gli oneri amministrativi, con un risparmio globale di circa 40 miliardi di euro.
Oggi la Commissione propone di concentrare gli sforzi nei servizi e industrie di rete, che rappresentano il potenziale di crescita del futuro prossimo. Invita i Paesi alla tolleranza zero verso il recepimento tardivo e non corretto delle direttive: in caso di infrazione la procedura non dovrà durare più di 18 mesi in media (attualmente 25,5 mesi) e lo Stato membro dovrà conformarsi alla decisione della Corte entro 12 mesi.
La Commissione esorta anche i Paesi a servirsi degli strumenti informatici per stimolare la partecipazione attiva dei cittadini e delle imprese ed a rafforzare gli strumenti di risoluzione dei problemi, istituendo centri per il mercato unico che sorvegliano le modalità di funzionamento.
Un altro problema da risolvere è quello della discriminazione: la Commissione invita gli Stati membri ad abolire le norme discriminanti in base alla nazionalità o al luogo di residenza, obbligando i fornitori di servizi a svolgere “test sulle esigenze economiche”.  Particolare attenzione, infine, va dedicata ai settori chiave: servizi alle imprese, edilizia, turismo e vendita al dettaglio (circa il 30% del PIL).


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