Sono sempre di più gli italiani che decidono di andare a vivere in un altro paese europeo, ma sono ancora tanti gli ostacoli burocratici e non che i cittadini si trovano a dover superare. Uno di questi è sicuramente quello che riguarda l’eredità: cioè se mi sposo e vado a vivere in un altro paese, quale legge devo seguire per la successione in caso di decesso?
Il Parlamento Europeo ha appena approvato  un nuovo regolamento sulle successioni transfrontaliere che introduce due nuove regole. Prima regola: se qualcuno muore in uno Stato membro diverso da quello d’origine, l’eredità sarebbe, in principio, gestita secondo le leggi dell’ultimo paese dove si ha avuto la “residenza abituale”, dai suoi tribunali e autorità. In questo modo, si eviterebbero conflitti che si potrebbero creare nel caso in cui più tribunali di diversi Paesi si dichiarino competenti su uno stesso atto testamentario.
Ma, la seconda regola dà al cittadino la possibilità di scegliere, nel proprio testamento, che sia la legge del suo Paese d’origine a regolare le ultime volontà. Si tratta di un nuovo diritto per i cittadini europei che facilita l’esecuzione delle volontà testamentarie ed evita lunghi e costosi processi. I deputati credono che sia un grande passo in avanti e che garantisca a chi vive all’estero di conservare il legame con il Paese d’origine, vedendo le proprie volontà rispettate secondo le disposizioni nazionali, ad esempio nel caso di una donazione in vita.
Secondo il relatore Kurt Lechner (PPE, DE), le successioni transfrontaliere rappresentano il 10% del totale nell’Unione Europea, quasi 450.000 all’anno per un valore di circa 123 miliardi di euro.
Il nuovo regolamento introduce anche un certificato successorio europeo per facilitare il recepimento del testamento da parte delle autorità competenti, rendendo la procedura più veloce e chiara. Il certificato ha uso volontario e garantisce il rispetto dei diritti degli eredi, come pure delle altre parti coinvolte, ad esempio i creditori.
Il regolamento non ha nessuna applicazione in caso di successione di persone che restano a vivere nel proprio Paese d’origine, non modifica la legislazione nazionale in materia di successione, proprietà, disposizioni fiscali e non introduce alcuna armonizzazione delle procedure nazionali. Inoltre, la legislazione non si applica in Gran Bretagna e Irlanda, in seguito a una scelta dei rispettivi governi, né in Danimarca.
Il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo informale che dovrà ora essere confermato perché la legislazione possa entrare in vigore.
 
 


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