Dal 2008 ad oggi la tassazione fiscale media all’interno dell’Unione Europea è cresciuta in modo significativo: si va dal 15 e 17% di Lussemburgo e Cipro, al 27 e 25% di Ungheria, Danimarca e Svezia. Nel 2012 è cresciuto il tasso medio di imposizione sui redditi delle persone fisiche: i tassi più elevati si registrano in Svezia (56,6%), Danimarca (55,4%) e Belgio (53,7%). Tassi al di sopra del 50% si registrano anche nei Paesi Bassi, in Spagna, Austria e Regno Unito. Ad avere i livelli più bassi di tassazione sono la Bulgaria (10%), la Repubblica Ceca e la Lituania (entrambe al 15%) e la Romania (16%).
Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto Eurostat sui trend di tassazione dell’Unione Europea, pubblicato oggi. Sono le tasse sul lavoro la voce principale dell’imposizione fiscale in tutta l’Unione Europea, rappresentando circa la metà del totale delle imposte. Al secondo posto c’è l’imposizione sul consumo, che rappresenta circa un terzo delle imposte. Nel 2010 il tasso medio d’imposizione fiscale sul lavoro è aumentato in tutto Europa e l’Italia è tra i Paesi con le tasse più alte: 42,5% contro il 23,4% di Malta e il 24,4% del Portogallo.
Anche le tasse sul consumo sono aumentate in tutta Europa dal 2010: i valori più bassi si registrano in Spagna (14,6%), e in Grecia (15,8%), in Italie (16,8%), in Lettonia (17,3%); i più alti in Danimarca (31,5%), in Svezia (28,1%), in Lussemburgo (27,3%) e in Ungheria (27,2%).
Nel complesso, quest’anno, il peso del fisco sulle spalle degli italiani è destinato a crescere di quasi due punti percentuali passando dal 45,6 al 47,3%.


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