In Europa, la cosiddetta “economia delle app” è in piena espansione: impiega oltre 1 milione di persone e si prevede che raggiunga il valore di 63 miliardi di euro circa nei prossimi 5 anni. Ma un elemento fondamentale per il suo ulteriore sviluppo è la fiducia dei consumatori, che ad oggi vacilla: oltre il 50% del mercato UE dei giochi online è costituito oggi da giochi pubblicizzati come “gratuiti” benché essi comportino spesso acquisti in-app, talora costosi. Spesso i consumatori non sanno nemmeno di aver speso del danaro perché le loro carte di credito vengono addebitate in modo predefinito.
I bambini sono molto vulnerabili di fronte alla vendita di un gioco che si “scarica gratis” ma con cui non si “gioca gratis”. In seguito a denunce provenienti da tutta Europa, la Commissione europea incontra, oggi e domani (27 e 28 febbraio), autorità nazionali responsabili dell’applicazione della legge e grandi aziende tecnologiche per discutere questo problema All’industria sarà chiesto di trovare una soluzione in un arco di tempo definito e di attuare un’efficace tutela dei consumatori a favore degli utenti delle app.
La vicepresidente Viviane Reding, Commissaria UE per la giustizia, ha dichiarato: “L’industria europea delle app ha un enorme potenziale per generare crescita e occupazione e per migliorare la nostra vita quotidiana grazie a tecnologie innovative. Affinché il settore possa liberare le sue potenzialità, i consumatori devono aver fiducia nei nuovi prodotti. Ingannare i consumatori è certo una strategia commerciale completamente sbagliata e contraria, tra l’altro, allo spirito delle norme UE sulla tutela dei consumatori. La Commissione europea si attende dall’industria delle app risposte molto concrete alle preoccupazioni espresse dai cittadini e dalle organizzazioni nazionali dei consumatori.”
Neven Mimica, Commissario per la politica dei consumatori, ha affermato: “I consumatori, e soprattutto i bambini, vanno meglio tutelati contro costi inattesi che si celano negli acquisti in-app. Le autorità nazionali e la Commissione europea stanno discutendo con l’industria il modo migliore per affrontare questo problema che non solo danneggia finanziariamente i consumatori ma che mette anche in gioco la credibilità di questo promettente mercato. Se si trovassero soluzioni concrete in tempi brevi, sarebbe un guadagno per tutti.”


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