Buone notizie per i consumatori europei che presto avranno più facilità nel risolvere le controversie online e non solo. Il Comitato Economico e Sociale Europeo, nella 479a Assemblea plenaria che si è svolta il 28-29 marzo, ha approvato tre pareri in merito a tre diverse proposte del Parlamento e del Consiglio: la proposta di regolamento sull’ODR per i consumatori (risoluzione delle controversie online), la proposta di direttiva sull’ADR (risoluzione alternativa delle controversie) e la proposta di regolamento relativo al programma per i consumatori 2014-2020.
Le prime due proposte  vanno considerate insieme poiché entrambe puntano a migliorare il funzionamento del mercato interno al dettaglio, potenziando i mezzi di ricorso dei consumatori. Attualmente c’è molta confusione nei sistemi di risoluzione delle controversie legate alle operazioni di e-commerce; spesso è possibile presentare il reclamo online, ma non c’è modo di condurre l’intera procedura online, cosa che farebbe risparmiare tempo e fatica.
Il regolamento proposto sulle controversie online mira ad istituire un sistema ODR comune a tutta l’UE per risolvere le controversie tra professionisti e consumatori connesse alla vendita di beni o alla fornitura di servizi online a livello transfrontaliero. Si propone l’istituzione di una piattaforma europea, un sito web interattivo accessibile in tutte le lingue dell’UE, che offre un unico punto di accesso per consumatori e professionisti che vogliono risolvere direttamente in rete le controversie transfrontaliere legate al commercio elettronico.
Ecco come funzionerà: si presenta il reclamo, la piattaforma controlla se può essere trattato e richiede l’accordo delle parti per trasmetterlo al sistema ADR competente, il quale cercherà di comporre la controversia entro 30 giorni dalla data di ricevimento del reclamo. I professionisti sono obbligati ad informare i consumatori sulla piattaforma ODR. Ogni anni verrà redatta una relazione d’attività sul funzionamento della piattaforma e la conformità dei sistemi ADR agli obblighi stabiliti dal regolamento sarà monitorata dalle autorità competenti istituite dagli Stati membri.
Il CESE appoggia questo regolamento, ma crede che la proposta sia timida e insufficiente rispetto a quella che ci si sarebbe potuta attendere. Intanto non è giustificata l’esclusione delle controversie non meramente transfrontaliere e di quelle che non derivino esclusivamente da operazioni concluse attraverso mezzi elettronici.
Il CESE, inoltre, non è d’accordo che questi meccanismi possano trattare anche reclami di professionisti contro dei consumatori ed esorta la Commissione a chiarire il modo in cui potranno essere risolte questioni più complesse che possono presentarsi in alcuni casi. Il dubbio è che i termini stabiliti non siano realistici. Il Comitato raccomanda che la Commissione adotti un regime di garanzia della qualità del sistema e propone l’apposizione di trustmarks (sigilli o marchi di fiducia), da parte di organismi accreditati e autorizzati, esortando ad inserire nei codici di condotta un riferimento alla risoluzione dei conflitti attraverso questa piattaforma.
Dovrà essere poi affrontata la questione del finanziamento come anche altri aspetti essenziali dello strumento legislativo che sono lasciati a futuri atti di esecuzione. Potrebbero esserci conseguenze sulla sicurezza e certezza giuridica del dispositivo.
Passando alla direttiva sulle ADR, la Commissione ha proposto di garantire in tutta l’UE l’esistenza di organismi ADR a copertura di tutte le controversie contrattuali dei consumatori connesse alla vendita di beni o alla fornitura di servizi; tali organismi devono rispettare principi di imparzialità, trasparenza, efficacia ed equità; saranno soggetti al controllo delle autorità competenti degli Stati membri. I professionisti dovranno informare i consumatori sull’organismo di ADR competente a trattare la controversia che li riguarda. La direttiva, infine, definisce a livello europeo principi e regole comuni per gli organismi e le procedure ADR in tutti gli Stati membri così da garantire una maggiore omogeneità dei livelli qualitativi e dei tempi.
Il CESE considera questa direttiva uno strumento giuridico coerente e raccomanda la creazione di un “marchio europeo di conformità”. Tuttavia, anche se i meccanismi ADR possono essere applicati alle controversie collettive, è necessario dotarsi di uno strumento giudiziario armonizzato di azione collettiva a livello europeo. Anche il questo caso, il CESE è contrario a che tali meccanismi possano occuparsi anche delle denunce presentate dai professionisti nei confronti dei consumatori. Il Comitato raccomanda che la proposta della Commissione preveda la chiara prevalenza del diritto di accesso alla giustizia, nel senso che gli ADR non sostituiscono i normali tribunali ma sono solo strumenti complementari per la risoluzione delle controversie. Anche per questo sistema c’è poi da considerare la questione del finanziamento e il contenuto di alcune va migliorato ai fini di una maggiore chiarezza e una migliore efficacia.
C’è, infine, la proposta di istituire, per il periodo 2014-2020, un programma per la tutela dei consumatori che faccia seguito a quello 2007-2013. Si punta a:

  • rafforzare e migliorare la sicurezza dei prodotti mediante un’efficace sorveglianza del mercato;
  • migliorare l’educazione, l’informazione e la sensibilizzazione dei consumatori ai loro diritti, anche attraverso uno sviluppo costante delle conoscenze a favore di una migliore politica dei consumatori a livello UE e nazionale;
  • consolidare i diritti dei consumatori e migliorare il loro accesso ai mezzi di ricorso, specie attraverso la risoluzione alternativa delle controversie;
  • promuovere la tutela dei diritti dei consumatori mediante il rafforzamento della collaborazione tra gli organismi nazionali competenti e tramite servizi di consulenza ai consumatori.

Il CESE, pur considerando la volontà della Commissione di porre i consumatori al centro delle politiche dell’UE, constata la scarsità delle risorse impegnate per realizzare tale obiettivo. Il Comitato ribadisce la necessità di rafforzare le norme di sicurezza dei prodotti commercializzati e dei servizi prestati sul territorio dell’UE; è favorevole alle misure rivolte a migliorare i programmi di informazione e di educazione dei consumatori e a valorizzare le buone pratiche.Bisogna, però aumentare in misura significativa i mezzi finanziari a disposizione delle organizzazioni dei consumatori: il CESE, infine, invita gli Stati membri a riconoscere, sostenere e finanziare le associazioni nazionali dei consumatori e a fare qualcosa per l’azione collettiva.
Parere ADR
Parere risoluzione online controversie
Parere tutela consumatori
 
 
 


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy


 
 

Scrive per noi

Redazione
Redazione
Help consumatori è la prima e unica agenzia quotidiana d'informazione sui diritti dei cittadini-consumatori e sull'associazionismo che li tutela

Parliamone ;-)