
Ania: caro rc auto è ‘colpa’ dei sinistri
In Italia sono assicurati oltre 41,5 milioni dei veicoli. Ogni assicurato paga in media 450 euro per la polizza che diventano 560 se si aggiungono gli oneri fiscali e parafiscali. Dal 1994, anno in cui le tariffe sono state liberalizzate, l’onere per le famiglie è significativamente cresciuto. L’ammissione di ‘colpa’ è contenuta nella Relazione Annuale dell’Ania letta, questa mattina, dal suo presidente Aldo Minucci. In 18 anni le tariffe sono cresciute del 63%, più dell’aumento dell’inflazione generale che è stato del 56%. Sulle cause, Minucci non ha dubbi. “La componente fondamentale che incide sul livello dei prezzi è costituita dalla dimensione del costo dei sinistri” ha sostenuto il Presidente aggiungendo che “a spiegare lo scostamento rispetto agli altri Pesi sono i diversi criteri di riconoscimento e risarcimento dei danni alla persona e l’anomala diffusione delle frodi assicurative”.
Pertanto – ha continuato Minucci – occorre intervenire su queste cause strutturali. Come? “Siamo ancora in attesa della tabella che stabilisce i valori di risarcimento prevista dal Codice delle assicurazioni private ben 7 anni fa” ha spiegato il Presidente sottolineando che “l’intera normativa, al vaglio definitivo del consiglio dei ministri, è finalizzata alla tutela delle vittime”. I benefici, in termini di riduzione delle tariffe, sarebbero compresi tra il 3 e il 5% che “in un momento di grave crisi economica rappresenterebbe un segnale incoraggiante per le famiglie”.
Allo stesso tempo, il Presidente ha sottolineato anche la necessità di dare un forte impulso alla lotta alle frodi assicurative e in questo ha individuato precise responsabilità, innanzitutto in capo all’Ivass che “dovrebbe svolgere un ruolo di impulso e iniziativa a supporto dell’attività investigativa”. Minucci ha anche individuato ulteriori soluzioni nell’incentivazione del risarcimento in forma specifica, nell’installazione su tutte le vetture della scatola nera e nell’introduzione di un termine di decadenza più stringente rispetto agli attuali due anni per la presentazione della richiesta di risarcimento. Infine, il Presidente ha chiaramente detto che gli interventi sulla distribuzione, ad esempio l’apertura delle reti di distribuzione e la libera collaborazione, “non hanno centrato, né potevano farlo, l’obiettivo di una riduzione dei prezzi delle rc auto”.
Se queste sono le cause del caro rc auto secondo l’Ania, differente la presa di posizione del presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi che, intervenendo all’Assemblea, ha così esordito: “Le sensibilità politiche e sociali sul tema della r.c. auto possono essere comprese. Basta porre mente a pochi dati: il complesso dei premi pagati dalle famiglie italiane per le assicurazioni obbligatorie può essere stimato in circa 13 miliardi di euro, al lordo delle imposte; il premio medio per famiglia rappresenta il 2 per cento del reddito familiare medio, che è già parecchio; ma per una famiglia appartenente al decile più povero, in cui è in ogni caso frequente il possesso di un’automobile, può superar e il 6 per cento”.
“Quando s’impone una spesa obbligatoria per esigenze di sicurezza collettiva, come nel caso della r.c. auto, si vorrebbe almeno limitarne l’onere su i bilanci familiari” ha aggiunto Rossi ricordando che “la questione ha molte facce e che se il numero dei sinistri è in calo non lo è il costo medio dei sinistri che continua ad aumentare”. Tuttavia, ha aggiunto Rossi, è vero che “una forte sinistrosità automobilistica aggravata dalle frodi è, in Italia, problema serio. Ma non possiamo, ritengo, escludere che alla base del livello comparativamente elevato dei premi vi siano anche altre cause, inerenti alla efficienza e alla concorrenzialità del mercato. In ogni caso, dobbiamo chiederci quali
strumenti abbiamo, ciascuno nel proprio ambito di competenza e responsabilità, per porre riparo allo squilibrio”. Rossi ha poi fatto il punto sugli interventi messi in campo dall’Autorità ricordando anche la recente iniziativa d’accordo con l’Antitrust. Sulla scatola nera, Rossi ha condiviso la proposta avanzata dal ministro Flavio Zanonato, intervenuto anch’egli all’Assemblea, di installare obbligatoriamente, a carico dei produttori, la scatola nera su tutti gli autoveicoli riservando poi al consumatore la scelta o meno di attivarla a seconda delle offerte della compagnia assicurativa.
Critiche alla relazione non potevano non venire dal mondo consumerista che da anni combattono una vera e propria battaglia contro il caro rc auto. “L’Ania continua a diffondere dati poco attendibili sulle polizze rc auto, dichiarando addirittura (da settembre 2012 a maggio 2013) una diminuzione -6%. Un dato che non riflette affatto la realtà del nostro Paese. Al massimo, rispetto allo scorso anno, relativamente ad alcune classi vi è stato un lieve raffreddamento delle tariffe, non certo una riduzione. Tantomeno quelle applicate al Sud, che continuano a registrare livelli elevatissimi e vergognosi” hanno commentato Federcosnumatori e Adusbef secondo cui “negli ultimi 18 anni (1994-2012), i costi medi delle tariffe RC Auto sono più che raddoppiati passando da 391 euro del a 1.350 euro. Anche per il 2013, nonostante il crollo del mercato automobilistico e dell’utilizzo dell’auto, sono previsti ulteriori rincari di 35 euro che faranno salire il costo di una polizza per una media cilindrata (max. 1.800 c.c.) a quota 1.385 euro, con un aumento dal 1994 superiore al 250%”.
Una proposta, invece, giunge da Pietro Giordano, Adiconsum, che ha colto l’occasione per sollecitare “l’istituzione di un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico tra ANIA, Associazioni dei Consumatori e Istituzioni competenti per la realizzazione vitale di una banca dati nazionale”.
di Valentina Corvino

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