Nevediversa 2021 Legambiente

Dopo un Natale trascorso in famiglia tra cenoni e regali, quasi sei milioni di italiani hanno fatto le valigie e sono partiti per trascorrere il Capodanno fuori casa.

Il mercato di Capodanno si conferma tra i più dinamici per il turismo ricettivo italiano. Per il ponte della notte di San Silvestro (28  dicembre 2019 – 1 gennaio 2020) è stato prenotato l’83% delle strutture ricettive disponibili online, con un aumento di circa il 20% rispetto allo scorso anno.

A trainare sono soprattutto le destinazioni di montagna, dove si registrano tassi d’occupazione del 98%.

È quanto emerge dal consueto monitoraggio condotto sulle principali On Line Travel Agency italiane da CST per Assoturismo Confesercenti.

donna in montagna
Vacanze invernali, a Capodanno tutti in montagna

Le regioni che piacciono di più per Capodanno

Le regioni con le migliori affluenze di turisti sono state quindi quelle caratterizzate dalla montagna: Valle d’Aosta e Trentino Alto-Adige, in particolare, sono proiettate verso il “tutto esaurito”. Interessanti risultati sono attesi anche per l’Umbria (95%) e la Toscana (91%), mentre ad eccezione di alcune regioni del Sud Italia, le rimanenti aree presentano tassi di occupazione superiori all’80%.

Il buon risultato di Capodanno è in controtendenza rispetto al quadro complessivo delle feste, che hanno registrato un avvio deludente. Secondo la consueta indagine previsionale realizzata dal Centro Studi Turistici per conto di Assoturismo Confesercenti, i pernottamenti nelle strutture ricettive italiane per il periodo delle feste quest’anno si dovrebbero attestare sui 12,6 milioni.

Le strutture ricettive

Un lieve rallentamento del mercato, anche se il trend per le strutture alberghiere (-0,5%) appare sicuramente migliore rispetto a quello atteso per le imprese dell’extralberghiero (-1,4%).

Le previsioni erano più positive per le aree di montagna (+0,2% grazie soprattutto all’incremento della domanda estera) e dei laghi (+0,1% preferite in particolar modo dagli italiani).

Valori di sostanziale stabilità sono stai rilevati, invece, per le imprese dell’offerta termale e benessere, mentre percentuali di flessione sono state segnalate dagli imprenditori ricettivi delle città d’arte (-0,9%) e delle aree rurali e della collina (-0,8%). Cali più marcati, infine, per le località marine (-1,5%) e ad “altro interesse” (-1,5%).


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