Crisi climatica, Italia divisa fra Ferragosto senz’acqua ed eventi estremi
Ferragosto sarà un giorno senz’acqua per l’agricoltura di diverse aree d’Italia mentre altri territori saranno colpiti da nubifragi ed eventi estremi. Osservatorio Anbi: il paese fra siccità, incendi e sabbie del deserto che arrivano sulle montagne
No water day. Ferragosto sarà un giorno senz’acqua per l’agricoltura in diverse zone d’Italia. Altre saranno flagellate da nubifragi, grandinate anomale ed eventi meteo estremi. Dal Lazio alla Libia, la temperatura del mare nel Tirreno e nello Ionio non scenderà sotto i 30 gradi nemmeno di notte e in alcune zone toccherà picchi di 31 gradi. Ci sono gli eventi estremi, fra raffiche di vento forte, tornado, grandinate anomale, e ci sono incendi che continuano a mandare in fumo grandi aree boschive. È un bollettino di guerra quello che arriva dal report settimanale dell’Osservatori Anbi sulle risorse idriche, un documento che traccia il quadro generale della siccità, delle precipitazioni e non solo da parte dell’ Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue.
Crisi climatica, Ferragosto in Italia
“Guardando le previsioni meteo è ormai assodato che, per ampi territori, il Ferragosto 2024 sarà il primo “No Water Day”, vale a dire il primo giorno senza acqua per l’agricoltura – scrive l’Osservatorio – Se questo è un dramma per aree vaste ma circoscritte, la siccità è comunque un grave pericolo per tutto il territorio, perché un suolo arso si indurisce, diventando poco permeabile ed accentuando così il rischio idrogeologico, soprattutto ora, in una Penisola circondata da un mar Mediterraneo caldo come non mai”.
Nubifragi ci sono stati anche in Sicilia, da mesi colpita dalla siccità. Il Centro Sud, spiega l’Osservatorio, “continua a soffrire per una siccità ormai consolidata, mentre la calura agostana, unitamente ai numerosi eventi meteorologici estremi, sta mettendo a dura prova l’economia agricola delle regioni alpine”.
Il caldo torrido favorisce la diffusione di incendi distruttivi che si sono intensificati. L’Ispra ((Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) calcola che nei primi 8 mesi di quest’anno le fiamme hanno attaccato il 18% dei boschi italiani per una superficie pari a ben 40 chilometri quadrati, comprese zone di inestimabile pregio naturalistico come quelle del Parco Nazionale del Gargano, che ha visto andare in fumo 3 ettari della foresta di conifere.
«Sabbie del deserto sulle montagne, chicchi di grandine grossi come sassi, scioglimento del permafrost, uragani marini sono fenomeni da guardare con grande preoccupazione e verso i quali siamo anche culturalmente impreparati», ribadisce Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Anbi.
Crisi climatica significa infatti che gli effetti del caldo minacciano le Alpi. I ghiacciai sono giganti che si stanano ritirando. Il permafrost si sta sciogliendo e a Nord Ovest per diversi giorni lo zero termico è stato registrato sopra i 5 mila metri. Sulle Dolomiti, spiega l’Osservatorio Anbi, “lo scioglimento dei ghiacci è stato coadiuvato dal deposito di sabbie sahariane che, posandosi sul manto bianco, hanno attratto maggiormente i raggi solari, accelerando il fenomeno della fusione glaciale”.