energia

Le famiglie italiane con consumi medio-bassi pagano prezzi più bassi per l’energia elettrica rispetto alla media UE. I prezzi del gas, invece, sono più alti a causa delle imposte. Per quanto riguarda l’acqua la spesa media per una famiglia di 3 persone nel 2015 è stata di 249 euro all’anno (approvate tariffe per il 90% della popolazione e attivati quasi 6 miliardi di investimenti). E’ quanto emerge dalla relazione annuale dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico presentata oggi a Roma. Critiche le Associazioni dei consumatori.
Il quadro del settore dell’energia elettrica. Nel 2015, come nel 2014, oltre 3,5 milioni di clienti (il 9,6%) ha cambiato fornitore almeno una volta durante l’anno. In totale i clienti domestici sul mercato libero nel 2015 sono il 33,4%, contro il 28,3% del 2014. Nel 2015 le famiglie hanno pagato l’elettricità in media 20,71 c€/kWh.
Anche nel 2015 i consumatori domestici italiani con consumi medio-bassi (fino a 2.500 kWh/a) hanno pagato prezzi dell’energia elettrica inferiori a quelli mediamente praticati nell’Unione europea e nell’Area euro, sia al netto, sia al lordo delle imposte e degli oneri. I prezzi per le restanti classi di consumo sono invece superiori.
Nel dettaglio, per la prima classe di consumo (< 1.000 kWh/anno), nel 2015 il differenziale favorevole del prezzo italiano con la media dei prezzi dei paesi dell’Area euro è risultato ulteriormente ampliato rispetto al 2014: -19% al netto delle imposte, -18% al lordo (era -16% nel 2014, sia al netto sia al lordo). Per la seconda fascia di consumo (1.000-2.500 kWh/anno), che insieme alla classe successiva è quella nella quale si concentrano gran parte delle famiglie italiane, il differenziale favorevole dei prezzi interni è, sia pure di poco, aumentato rispetto all’anno precedente (-11% sia al netto sia al lordo, contro rispettivamente il -8% e il -9% del 2014). Per quanto riguarda le classi con livelli di consumo superiori i prezzi italiani sono ancora più alti della media dell’Area euro: per la classe di consumo intermedia (2.500-5.000 kWh/anno) al netto delle imposte è più alto del 9% e dell’11% al lordo delle imposte. Il confronto con i principali paesi europei al lordo delle imposte, per tutte le fasce di consumo, mostra ancora una volta per il 2015 la progressività dei prezzi italiani, non presente in altre esperienze estere. Nel 2015 però non era ancora entrata in vigore la riforma delle tariffe elettriche introdotta dall’Autorità a partire dal 1° gennaio 2016 che prevede il graduale superamento dell’attuale struttura progressiva delle tariffe, in coerenza con la direttiva europea sull’efficienza energetica. Nel confronto per singole componenti, l’Italia appartiene al gruppo di paesi con i costi di rete più bassi e al gruppo con i costi più alti per la componente energia, oneri e imposte.
Mercato libero: non si ferma la crescita (iniziata dal 2007, anno della liberalizzazione) del numero di operatori che vendono energia elettrica sul mercato libero, molti di piccole dimensioni (sono 487 contro i 450 del 2014). Nell’intero mercato della vendita finale Enel ed Edison si confermano i principali venditori, mentre per quanto riguarda la distribuzione, Enel resta il primo operatore con la quota dominante dell’85% dell’energia consumata, gli altri operatori viaggiano su quote uguali o inferiori al 4%. Guardando al mercato della vendita finale, invece, Enel controlla il 73,8% dell’energia consumata dalle famiglie, mentre per le aziende in media e alta tensione prevale Edison.
Complessivamente l’ energia elettrica venduta sul mercato finale è cresciuta del 2,2% rispetto al 2014 (253 TWh), grazie al mercato libero e alla salvaguardia, mentre i consumatori sono diminuiti dello 0,5% (37 milioni di clienti, di cui 29,7 clienti domestici e 7,3 non domestici).
Il quadro del settore del gas. Nel 2015 il 6,2% dei clienti  domestici ha cambiato fornitore, in costante aumento dal 2009 (ad eccezione del 2012). La quota dei clienti civili (domestici + terziario) gas sul mercato libero è del 36% nel 2015, 31% nel 2014, il 32% circa per quanto riguarda i soli domestici. In termini di prezzi i consumatori italiani hanno pagato il gas, nella media del 2015, 38,9 c€/m3, l’8% in meno rispetto al 2014. Le classi che presentano i maggiori decrementi (circa il 17%) sono quelle relative ai consumi superiori a 2 milioni di metri cubi. Ciò ha contribuito ad ampliare il divario di prezzo tra i clienti più piccoli e quelli più grandi, che nel quinquennio 2011-2015 è passato da 19,5 a 29,2 c€/m3. Il prezzo medio per le famiglie si è attestato a 55,5 c€/m3, a 41,7 per le attività commerciali, a 29,8 per le imprese industriali e a 27 centesimi quello per la generazione elettrica.
In crescita il numero di venditori sul mercato della vendita finale (+ 37 unità), raggiungendo i 379 operatori, mentre rimane stabile il totale dei volumi complessivi venduti (53,7 miliardi di metri cubi  nel 2014 e 53,8 miliardi nel 2015). Anche nel settore gas i nuovi venditori sono soprattutto piccoli e piccolissimi operatori. Nel 2015 soltanto il 7% delle imprese attive sul mercato finale, 26 su 379, ha venduto oltre  300 milioni di metri cubi. I primi tre gruppi controllano il 44,8% del mercato, i primi cinque gruppi il 52,9%.
Anche nel 2015 i prezzi del gas comprensivi di imposte per i consumatori domestici italiani risultano sostanzialmente più alti della media dei prezzi dell’Area euro, mentre al netto delle imposte si mostrano pressoché allineati. Nel dettaglio, la prima classe di consumo (minore di 525 metri cubi, maggiormente usi per cottura e acqua calda) presenta livelli lievemente inferiori alla media euro, sia al netto sia al lordo delle imposte. Per contro, la classe intermedia (525-5.254 metri cubi), che ha l’incidenza maggiore sul totale dei consumi domestici, presenta un livello al netto delle imposte lievemente superiore alla media (+3,1%), mentre al lordo delle imposte lo scostamento è nettamente più rilevante (+13,5%). La classe più elevata (oltre 5.254 metri cubi, per lo più riscaldamenti centralizzati) presenta un prezzo netto inferiore alla media (-3,1%), mentre l’incidenza delle imposte risulta, in questo caso, particolarmente rilevante, determinando un prezzo comples­sivo superiore del 14,7%. Anche nel gas la situazione appare migliorata rispetto allo scorso anno: in particolare per la prima classe (che aveva prezzi lievemente superiori alla media) e per la seconda (che aveva degli scostamenti ancora più marcati), mentre la terza classe ha mantenuto differenziali simili.
Si conferma il maggior peso del fisco rispetto agli altri paesi dell’Area euro, ulteriormente aumentato tra il 2014 e il 2015. Se nella prima classe di consumo appare poco distante dalla media (32,5% contro il 30,7%, all’incirca lo stesso scarto del 2014), è nelle classi più elevate che mantiene valori nettamente superiori: nella classe intermedia, infatti, risulta pari al 53,5% e nella classe più elevata raggiunge il 71,9%, contro una media dell’Area euro rispettivamente del 39,5% e del 45,1%. In queste classi l’incidenza della componente fiscale in Italia presenta un aumento di circa il 3% rispetto al 2014, mentre nell’Area euro l’aumento è del 2%.
Il settore idrico: le approvazioni tariffarie per gli anni 2014 e 2015 hanno riguardato 1.971 gestioni, interessando oltre 53,3 milioni di abitanti, ossia il 91% della popolazione nazionale. La variazione media nazionale, rispetto all’anno precedente, è stata del 4,34% nel 2014 e del 4,55% nel 2015, a fronte di investimenti pianificati per il quadriennio 2014‐2017 di circa 5,8 miliardi di euro.
Gli aggiustamenti  tariffari più elevati si sono registrati nelle macroaree del Paese in cui i soggetti competenti hanno programmato, per il periodo 2014‐2017, una maggiore spesa pro capite per investimenti da finanziare attraverso tariffa: 186 €/abitante nel Centro, 135 €/abitante nel Nord‐Est e a 131 €/abitante nel Nord‐Ovest. Più contenute le risorse destinate dalla tariffa agli interventi infrastrutturali nel Sud e nelle Isole,  rispettivamente 67 €/abitante e 68 €/abitante, aree nelle quali si riscontra comunque una maggiore disponibilità di fondi pubblici volte all’ammodernamento delle infrastrutture idriche.
Sulla base delle informazioni riferite a un campione di 150 gestori ‒ che erogano il servizio a circa 30 milioni di abitanti ‒ per il 2015 è possibile condurre un approfondimento sulla spesa media per il servizio idrico integrato per un’utenza tipo di una famiglia di 3 persone, con consumo annuo di 150 metri cubi: a livello nazionale si attesta ad un valore di 249 euro/anno (circa 1,67 euro per metro cubo consumato), con un valore più contenuto nel Nord‐Ovest (200 euro/anno) e più elevato nel Centro (310 euro/anno).
 
 


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1 thought on “Elettricità, gas e acqua: prezzi e consumi del 2015

  1. Mi potete dire quali sono i gruppi più affidabili sia per il servizio elettrico che per il gas. Perchè dal 2018 non ci sarà più il mercato tutelato e dovremo scegliere l’operatore. Grazie per l’ottimo servizio di informazione.

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