Da ormai più di una settimana etichette e profili nutrizionali, Beuc e multinazionali del Food&Beverage sono legati a doppio filo all’interno di un acceso dibattito che ha coinvolto esperti e rappresentanti delle associazioni dei consumatori. Proviamo quindi a tirare un po’ le fila della questione e a tracciare un quadro d’insieme di quanto è accaduto e di ciò di cui si è parlato in questi giorni.

Tutto ha avuto inizio il 17 maggio, quando è trapelata la notizia che il Beuc, organismo europeo che dovrebbe difendere gli interessi dei consumatori, ha inviato una lettera alla Commissione europea al fine di sollecitare la chiusura della procedura relativa alla definizione dei profili nutrizionali e dei claim salutisti. Fin qui niente di strano, se non fosse che la missiva è suonata come una sorta di endorsement alle multinazionali dell’alimentare (Nestlè, Coca Cola, Danone, Unilever e Pepsi Cola, per citarne alcune) co-firmatarie della lettera.

La vicenda a questo punto si complica poiché sul tavolo della Commissione giace da tempo anche la questione relativa all’introduzione delle cosiddette “etichette a semaforo” che potrebbero di fatto essere sdoganate a tutto vantaggio delle multinazionali e a danno dei consumatori.

Tra i primi contributi ospitate sul nostro sito c’è stata la posizione di netta distanza espressa delle parole del Presidente della Lega Consumatori, Pietro Praderi, che sottolinea la volontà di sostenere un approccio rivolto al consumo critico, sostenibile e solidale. Praderi osserva che la proposta delle multinazionali è chiaramente volta a far vincere sul mercato i loro prodotti, pubblicizzandoli come dotati di una facoltà farmaceutica, ignorando completamente che il problema non è quello di sostituire il vino o il prosciutto con bevande industriali e prodotti dietetici ma quello di promuovere la cultura del consumatore informato capace di scegliere e comportarsi con il cibo da persona equilibrata che ama la buona vita.

L’Associazione Consumatori Utenti sposta il centro della questione sul livello di informazione in tema di alimentazione che i consumatori italiani ed europei hanno effettivamente, affermando, di fatto, che prima di dire se i “semafori” sono un buon sistema o un cattivo sistema bisognerebbe approfondire la conoscenza.

Più accomodante la posizione di Casa del Consumatore che si complimenta con la Direttrice del Beuc, Monique Goyens, per essere riuscita a coinvolgere grandi multinazionali del food nella richiesta alla Commissione di imporre l’adozione ed efficaci indicazioni nutrizionali e sulla salute sui prodotti alimentari.

Netta stroncatura invece arriva da Margherita Caroli, Past President di ECOG (European Childhood Obesity Group), per la quale l’alleanza tra NGO e multinazionali del Food&Beverage appare “veramente fuori di testa”.

Semafori bocciati anche dal mondo della ristorazione italiana. L’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto, CHIC, Euro-Toques Italia, la Federazione Italiana Cuochi (FIC), Jeunes Restaurateurs Italia (JRE) e Le Soste si schierano così a favore e a supporto dell’azione del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina che ha espresso un “no” convinto al Commissario Europeo per la Salute e la sicurezza alimentare e al Commissario Europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale sullo schema di etichettatura nutrizionale basato sul “codice colore”.

Appuntamento a lunedì, quando il dibattito sarà ulteriormente arricchito dall’opinione della Presidente degli Ambasciatori del Gusto, Cristina Bowerman, intervistata dalla nostra redazione.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)