Inflazione, a giugno rallenta al 6,4%. Carrello della spesa a più 10,5%
L’inflazione a giugno rallenta al 6,4% e mostra “una netta decelerazione”, spiega l’Istat. Prosegue la fase di rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi del “carrello della spesa”, che a giugno è pari a +10,5%
L’inflazione a giugno rallenta al 6,4%, rispetto al 7,6% di maggio, ed è ferma su base mensile. Mostra dunque, dice l’Istat, “una netta decelerazione”. Il carrello della spesa rallenta la crescita tendenziale e si porta al 10,5%. I prezzi di prodotti alimentari e bevande analcoliche registrano un’inflazione dell’11% su base annua.
L’inflazione a giugno rallenta
Nel mese di giugno 2023, dice l’Istat, l’inflazione registra una variazione nulla su base mensile e un aumento del 6,4% su base annua, da +7,6% nel mese precedente, confermando la stima preliminare.
Commenta l’Istat: “A giugno l’inflazione mostra una netta decelerazione, in un quadro di stabilità dei prezzi sul piano congiunturale (l’ultima variazione nulla su base mensile si era registrata a maggio 2021). Il rallentamento dell’inflazione continua a essere fortemente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei Beni energetici, in particolare della componente non regolamentata, in apprezzabile calo rispetto a maggio. Nel settore alimentare, l’ulteriore frenata del ritmo di crescita su base annua dei prezzi dei prodotti lavorati contribuisce alla decelerazione dell’inflazione di fondo (scesa a +5,6%). Prosegue, infine, la fase di rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi del “carrello della spesa”, che a giugno è pari a +10,5%”.
Il rallentamento dell’inflazione dipende soprattutto dal rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +20,3% a +8,4%) e, in misura minore, degli Alimentari lavorati (da +13,2% a +11,5%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +5,6% a +4,7%) e dalla flessione più marcata degli Energetici regolamentati (da -28,5% a -29,0%). Per contro, un sostegno alla dinamica dell’indice generale deriva dai rialzi dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +8,8% a +9,4%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ulteriormente (da +6,0% a +5,6%).
Rallenta anche il carrello della spesa: i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano in termini tendenziali (da +11,2% a +10,5%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +7,1% a +5,7%).
Un altro dato evidenziato dall’Istat riguarda il peso dell’inflazione sulle famiglie a seconda della loro capacità di spesa. L’impatto dell’inflazione nel secondo trimestre 2023 è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati (rispettivamente +9,4% e +7,1%). Rispetto al trimestre precedente, però, il rallentamento dell’inflazione è più marcato per il primo dei due gruppi. Il differenziale inflazionistico fra le famiglie meno abbienti e quelle con la spesa mensile più alta si riduce e si porta al 2,3%.