Inflazione, Istat: a febbraio stabile allo 0,8%, carrello della spesa rallenta al 3,4% (Foto Pixabay)

L’inflazione a febbraio 2024 registra un aumento dello 0,1% su base mensile e di 0,8% su base annua, come nel mese precedente. L’Istat conferma le stime sull’inflazione, che sta attraversando una fase di stabilizzazione. E conferma il rallentamento del carrello della spesa che si porta a febbraio a più 3,4% mentre su prodotti alimentari e bevande analcoliche l’inflazione è al 3,9%, ancora superiore rispetto all’indice generale.

“A febbraio – commenta l’Istat – l’inflazione resta costante allo 0,8%. La stabilizzazione del ritmo di crescita dei prezzi al consumo si deve principalmente al venir meno delle tensioni sui prezzi dei Beni alimentari, non lavorati e lavorati, i cui effetti compensano l’indebolimento delle spinte deflazionistiche provenienti dal settore dei Beni energetici. In particolare, si attenua la flessione su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici, che a febbraio si attesta al -17,3% (dal -20,5% di gennaio). Si riduce a +3,4% il tasso di crescita in ragione d’anno dei prezzi del “carrello della spesa” (da +5,1% di gennaio), mentre l’inflazione di fondo si attesta al +2,3% (da +2,7% del mese precedente)”.

Il carrello della spesa rallenta nel confronto annuale (anche se l’inflazione rimane superiore all’indice generale): i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona passano come detto da +5,1% a +3,4%, come quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (che scendono da +3,5% di gennaio a +2,8%).

 

Istat prezzi al consumo per divisione di spesa, febbraio 2024

 

Consumatori: sui listini al dettaglio bicchiere mezzo vuoto

Come accolgono i consumatori questo andamento dei prezzi?

Per il Codacons l’assestamento dell’inflazione allo 0,8% di febbraio è “un segnale positivo, ma sul fronte dei listini al dettaglio il bicchiere è purtroppo ancora “mezzo vuoto”: occorre infatti ricordare che il dato arriva dopo due anni di caro-prezzi che hanno influito pesantemente su redditi e capacità di acquisto delle famiglie”.

Sono da evidenziare, spiega il presidente Carlo Rienzi, la frenata del carrello della spesa e il calo dei prodotti ad alta frequenza di acquisto. «Segnali positivi – aggiunge Rienzi – che tuttavia non bastano: nel biennio 2022-2023 i prezzi al dettaglio sono infatti saliti complessivamente del +13,8%, aggravando la spesa delle famiglie e incidendo su redditi e capacità d’acquisto dei cittadini. I listini devono quindi invertire il trend e iniziare a scendere, specie in settori come gli alimentari dove i rincari sono ancora sostenuti e nell’ordine del +3,9%».

«Grave che i prezzi non precipitino visto che sono a livello astronomico da mesi – spiega invece il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona – Anche se il rincaro rispetto a gennaio è solo dello 0,1%, si tratta della classica goccia che fa traboccare il vaso. Unico spiraglio di luce è che i prodotti alimentari su base mensile calano dello 0,2%, ma si tratta di una magra consolazione, insufficiente per aiutare le famiglie ad arrivare a fine mese».

Federconsumatori: famiglie a basso reddito costrette a sacrifici

Per Federconsumatori con l’inflazione a questi livelli le ricadute per una famiglia media ammontano a 252 euro in più l’anno.

Ricadute che, ribadisce l’associazione, “colpiscono in maniera significativa il potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle a basso reddito, costrette a rinunce e sacrifici per arrivare a fine mese, che intaccano persino i consumi alimentari, a partire da una riduzione di oltre il -16% del consumo di carne e pesce e da un ricorso sempre più massiccio a discount, offerte e prodotti last minute“.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)