Inflazione, stime Istat: a dicembre più 0,6%, carrello della spesa a più 5,3%
Dati provvisori Istat: a dicembre prosegue la fase di flessione dell’inflazione, scesa a 0,6% dall’11,6% del dicembre 2022. Carrello della spesa a più 5,3%
L’inflazione a dicembre prosegue la fase di calo e si attesta su base annua allo 0,6%. Il carrello della spesa è molto superiore e segna più 5,3% mentre i prezzi al consumo per prodotti alimentari e bevande analcoliche si attestano a più 5,9%. Questi i dati provvisori diffusi oggi dall’Istat e relativi all’inflazione di dicembre 2023.
Inflazione a dicembre e in media 2023
Secondo le stime preliminari, dunque, nel mese di dicembre l’inflazione aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,7% del mese precedente).
In media, nel 2023 i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7% (era +8,1% nel 2022). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’“inflazione di fondo”), i prezzi al consumo crescono del 5,1% (+3,8% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 5,3% (+4,1% nel 2022).
Commenta l’Istat: “Prosegue a dicembre, secondo le stime preliminari, la fase di flessione dell’inflazione, scesa a 0,6% dall’11,6% del dicembre 2022. Nella media 2023 i prezzi al consumo risultano accresciuti del 5,7% rispetto all’anno precedente, in netto rallentamento dall’8,1% del 2022. Tale andamento risente principalmente del venir meno delle tensioni sui prezzi dei Beni energetici (+1,2%, dal +50,9% del 2022). I prezzi nel comparto alimentare evidenziano invece un’accelerazione della crescita media annua (+9,8%, da +8,8% del 2022), nonostante l’attenuazione della loro dinamica tendenziale, evidenziata nella seconda metà dell’anno”.
Il rallentamento su base annua dell’inflazione è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici regolamentati (che accentuano la loro flessione da -34,9% a -41,7%), a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +3,6%) e dei Beni alimentari lavorati (da +5,8% a +5,0%); per contro, un sostegno alla dinamica dell’inflazione deriva dall’attenuarsi del calo dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -22,5% a -21,1%) e dall’accelerazione di quelli dei Beni alimentari non lavorati (da +5,6% a +7,0%).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano lievemente su base tendenziale e passano da +5,4% a +5,3%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,6% di novembre a +4,4%).
UNC: flop del trimestre anti-inflazione
Inflazione dunque allo 0,6% e inflazione media del 2023 a più 5,7%, secondo le stime Istat. Con l’Unione Nazionale Consumatori che punta i riflettori sull’andamento dei prezzi degli alimentari.
«È definitivo. Il Trimestre anti inflazione è stato un flop, un fiasco gigantesco – commenta il presidente dell’associazione Massimiliano Dona – Lo certifica l’Istat: i prezzi dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche ossia dei beni interessati dall’iniziativa del Governo, invece di scendere di prezzo anche a dicembre hanno continuato la loro corsa al rialzo, salendo dello 0,3% rispetto a novembre, dopo che erano già saliti dello 0,4% su ottobre. Insomma, alla faccia degli sconti annunciati! Una sceneggiata di cui avremmo fatto a meno!».
L’inflazione media a più 5,7% significa, prosegue l’UNC, che lo scorso anno una coppia con due figli ha speso 1608 euro in più rispetto al 2022; per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva avuta nel 2023 è pari a 1467 euro. «Il primato spetta ancora una volta alle famiglie numerose con più di 3 figli con una mazzata rispetto al 2022 pari a 1812 euro, 928 per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche», conclude Dona.