Legambiente: stop alle opere inutili che rallentano la transizione ecologica. 19 quelle sotto accusa
Sulla spiaggia dell’Oasi dunale di Paestum la protesta di oltre 300 giovani attiviste e attivisti di Legambiente: “sono 19 le opere inutili che rallentano la transizione ecologica”
“Stop alle opere inutili“: questo l’appello di Legambiente, lanciato ieri sulla spiaggia dell’Oasi dunale di Paestum in provincia di Salerno. In azione oltre 350 attiviste e attivisti dell’associazione ambientalista, che in occasione della giornata finale dello Youth Climate Meeting 2023 hanno manifestato così il loro dissenso, indicando quelle che, per l’associazione ambientalista, sono “alcune delle opere inutili che in Italia rallentano la transizione ecologica con ingente sperpero di risorse economiche”.
Dal Ponte sullo Stretto di Messina ai nuovi rigassificatori, dall’impianto di Cattura e Stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS) a Ravenna alla dorsale adriatica SNAM, dalla Tav Torino Lione all’inceneritore di Roma, dal collegamento stradale veloce tra l’autostrada A2 del Mediterraneo e la variante statale n. 18 ad Agropoli (SA) alle attività di ricerca ed estrazione di petrolio e gas in Val D’Agri, in Basilicata, solo per citarne alcune.
“Stop alle opere inutili”, l’appello di Legambiente
“Il Paese è di fronte ad un bivio tra una dannosa conservazione del modello produttivo ed energetico e un auspicabile cambio di rotta fondato sull’innovazione e non può sbagliare strada – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. L’intensificazione degli eventi climatici estremi ci impone di velocizzare la transizione ecologica, ma sono ancora troppi i progetti che rischiano di rallentare la riconversione ambientale dell’economia italiana”.
“Il Paese – ha spiegato Ciafani – ha bisogno di impianti, opere e infrastrutture che vanno nella direzione della decarbonizzazione e che meritano di essere replicati in tutte le regioni, come quelli che stiamo visitando con la nostra nuova campagna itinerante sui cantieri della transizione ecologica. Rinunciare alle inutili costose grandi opere è necessario anche per recuperare le risorse economiche per la tutela e la sicurezza del territorio e per la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico”.
“Anche in Campania è altissimo il rischio di spreco delle risorse pubbliche – ha aggiunto Mariateresa Imparato, Presidente di Legambiente Campania – dirottate su opere inutili che rallentano la transizione ecologica con un approccio completamente sbagliato. La Regione ha individuato come progetto strategico di particolare rilevanza per i campani la costruzione di una strada veloce da Eboli ad Agropoli. Il progetto, a cura dell’ANAS, sottoposto al dibattito pubblico prevede la realizzazione di una strada a scorrimento veloce come variante della SS18 tra Agropoli e l’autostrada A2 del Mediterraneo – Eboli, dallo svincolo di Agropoli, attraversando i territori limitrofi. Un costo stimato tra 1,5 e 2 miliardi di euro. Lo scopo sarebbe di velocizzare e decongestionare la SS18 servendo le località balneari del Cilento, migliorando la viabilità locale interessata e mediante nuovi svincoli l’accessibilità all’area archeologica e paesaggistica di Paestum, Velia e della Certosa di Padula”.
“In Campania – ha spiegato Imparato – riteniamo che di priorità ce ne siano ben altre, come ad esempio la messa in sicurezza delle scuole ed degli edifici pubblici, l’adeguamento e potenziamento del sistema ospedaliero pubblico (strutture e apparecchiature), il completamento delle infrastrutture idriche (acquedotti colabrodo, reti fognarie e depuratori mancanti), il potenziamento del trasporto pubblico su ferro (treni, metro, tram) anche a servizio delle aree in questione, la realizzazione degli impianti (in primis quelli per il trattamento della frazione organica) per incrementare la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti urbani.”