Quest’anno il mercato unico europeo compie 20 anni. Dal 1985, con l’accordo di Schengen per l’abbattimento delle frontiere, ad oggi, la storia del mercato unico è fatta di tante tappe che una dopo l’altra, hanno costruito l’Europa di oggi. Il mercato unico nasce ufficialmente il 1° gennaio 1993. Con quali occhi è visto oggi, dopo 20 anni? Risponde Lucio Battistotti, direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
In occasione del ventennale, dal 15 al 18 ottobre si terranno una serie di iniziative e di eventi con al centro il mercato unico e tutto quello che si è fatto e che ancora si deve fare.
Il 1999 fu l’anno dell’euro, la moneta unica oggi utilizzata in 17 Stati membri, e il volume degli scambi dell’Eurozona è cresciuto del 15% con un aumento del PIL del 3,6% all’anno. E più commercio senza barriere vuol dire anche più lavoro. Dal 2008 a oggi sono stati creati quasi 3 milioni di posti di lavoro in più, uno su dieci dipende dalle esportazioni all’interno dell’Unione Europea.
Qualche giorno fa la Commissione Europea ha  adottato l’Atto per il mercato unico II, con le 12 priorità da attuare subito per portare a compimento il mercato unico, “elemento centrale dell’agenda europea per la crescita al fine di affrontare l’attuale crisi economica”. Dalle reti integrate, ad una maggiore mobilità transfrontaliera di cittadini e imprese, dall’economia digitale, ad una migliore sicurezza dei prodotti e dei pagamenti all’interno dell’Unione Europea. Tutte azioni che rafforzano i benefici per i consumatori.
Per lanciare la Settimana europea del mercato unico Help Consumatori ha intervistato Lucio Battistotti, il direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
Nell’anno del suo 20° anniversario il mercato unico si trova di fronte ad un forte clima di euroscetticismo, di cui la moneta unica è stata il primo bersaglio. Come si supera questo ostacolo in un momento di crisi economica?
Nel contesto dell’attuale crisi, in cui si vuole rilanciare l’economia europea, è proprio sul mercato unico che bisogna puntare. Badate bene: non si tratta di creare qualcosa di nuovo bensì di completare un processo in corso da 20 anni e che ha già prodotto risultati significativi. Per i consumatori europei il mercato unico è sinonimo di una scelta più ampia e di prezzi più bassi, ai cittadini ha offerto l’opportunità di viaggiare liberamente nonché di stabilirsi e di lavorare dove lo desiderano, ai giovani ha dato la possibilità di studiare all’estero, consentendo a oltre 2,5 milioni di studenti di cogliere questa opportunità negli ultimi 25 anni. Il mercato unico ha consentito a 23 milioni di aziende dell’UE di accedere a 500 milioni di consumatori e ha generato investimenti esteri. Insomma, ai cittadini europei sono state offerte opportunità che nessuno avrebbe osato immaginare 20 anni fa. A 20 anni si è già adulti ma si è anche giovani con tanta strada davanti. Anche il mercato unico ha bisogno di essere completato per permettere a consumatori e imprese di beneficiarne al massimo. Il messaggio è chiaro: un mercato unico solido, profondo e integrato genera crescita e posti di lavoro.
Il fatto che oggi si parli dell’uscita dall’euro è una sconfitta per il mercato unico e per chi crede nei suoi effetti?
E’ normale che in una situazione come quella attuale il pessimismo si diffonda facilmente. Per quanto riguarda il mercato unico in particolare, spesso si tende a dimenticare, o meglio, a dare per scontate alcune cose che scontate non sono: la libertà di viaggiare, lavorare, operare in un territorio così grande non è una cosa da poco. Anche l’euro è stata una conquista perché ha facilitato gli scambi e ha assicurato stabilità e certezza in Europa e fuori dall’Europa. Quello su cui ora dobbiamo lavorare e lo stiamo già facendo è di costruire un’autentica governance economica perché l’Europa possa riprendere la strada della crescita sostenibile e inclusiva e il mercato unico ne è un elemento chiave.
Forse fin’ora il mercato unico si è concentrato più sugli aspetti commerciali e meno su quelli del lavoro e dei diritti. Oggi, nella maggior parte degli Stati membri i tassi di disoccupazione sono ai massimi storici e continuano ad esserci grosse differenze nelle situazioni occupazionali da un paese all’altro. Vuol dire che il mercato unico non ha garantito le stesse opportunità e condizioni lavorative ovunque?
Molto è stato fatto anche per la mobilità dei cittadini, per i loro diritti e per la protezione dei consumatori. E’ vero che oggi la disoccupazione, specie tra i più giovani, rappresenta la priorità assoluta. Proprio su questo punto, approfittando anche degli strumenti già esistenti, la Commissione vuole promuovere, come ha ribadito il Presidente Barroso nel suo recente discorso sullo Stato dell’Unione, la realizzazione di un mercato del lavoro europeo. Questo, in pratica, significa che per migliorare la mobilità del lavoro bisogna rimuovere gli ostacoli legali e pratici che si frappongono alla libera circolazione dei lavoratori, tra cui il miglioramento della portabilità delle pensioni, il trattamento fiscale dei lavoratori transfrontalieri o la conoscenza dei diritti e degli obblighi. Nella sua comunicazione sull’occupazione dello scorso mese di aprile, la Commissione ha sollecitato gli Stati membri a permettere l’esportazione delle prestazioni di disoccupazione alle persone che cercano lavoro in un altro paese (per un periodo fino a 6 mesi) come anche la possibilità per i cittadini di altri Stati membri di accedere al pubblico impiego. Un altro perno di questa strategia è EURES – il portale per chi cerca e offre lavoro in Europa. per migliorare la perequazione della domanda e dell’offerta di lavoro il pacchetto propone di trasformare il portale EURES destinato alle persone in cerca di lavoro in un vero e proprio strumento europeo di collocamento e di reclutamento e prevede, a partire dal 2013, applicazioni innovative online basate sul principio del self-service che forniranno sull’instante agli utilizzatori una chiara mappatura geografica delle offerte di lavoro in Europa. Queste sono le azioni che sono state individuate nel recente Atto per il Mercato unico II cui seguiranno presto delle proposte legislative.
C’è qualche aspetto del mercato unico che fa fatica ad affermarsi all’interno dei singoli Paesi?
Un elemento particolare che stenta ancora a raggiungere il pieno potenziale è quello del commercio online. Il mercato unico rappresenta un successo dell’Unione ma persistono ancora barriere agli scambi transfrontalieri; la maggior parte di esse deriva dalle differenze tra i diritti dei contratti dei 27 Stati membri, che rendono complesso e costoso vendere all’estero, soprattutto per le piccole imprese. Scoraggiati dagli ostacoli posti dal diritto dei contratti, i professionisti rinunciano ogni anno a un business transfrontaliero di almeno 26 miliardi di euro. Parallelamente, 500 milioni di consumatori europei perdono la possibilità di accedere a una maggior scelta a prezzi inferiori, essendo poche le imprese che offrono i loro prodotti all’estero, soprattutto nei mercati nazionali più piccoli. Per questo motivo, la Commissione ha proposto e sta portando avanti la legislazione su un diritto comune europeo della vendita facoltativo che contribuirà ad abbattere tali barriere, garantendo ai consumatori più scelta e un livello più elevato di tutela, e agevolando gli scambi grazie a un corpus unico di norme applicabili ai contratti transfrontalieri in tutti i 27 paesi dell’Unione. Così, nell’ipotesi che un’impresa offra i propri prodotti nell’ambito del diritto comune europeo della vendita, il consumatore avrà la possibilità di concludere, con un semplice click, un contratto europeo di facile applicazione che per giunta gli offre un grado di tutela elevato.
Come vede il futuro prossimo del mercato unico?
Il completamento del mercato unico è un esercizio continuo e un elemento centrale dell’agenda europea per la crescita al fine di affrontare l’attuale crisi economica. Nell’Atto per il mercato unico II, presentato di recente sono elencate le azioni prioritarie che dovranno essere adottate rapidamente dalle istituzioni dell’UE. Le azioni si concentrano su quattro fattori principali di crescita, occupazione e fiducia: a) reti integrate, b) mobilità transfrontaliera di cittadini e imprese, c) economia digitale e d) azioni che rafforzino la coesione e i benefici a vantaggio dei consumatori.
L’Italia, se dovesse restare senza Monti, avrà ancora un ruolo di primo piano in Europa o c’è il rischio che si torni ad essere “il paese da tenere sotto controllo”?
L’Italia è e continuerà ad essere uno dei Paesi membri che giocano un ruolo attivo, fondamentale per proseguire e approfondire la realizzazione di un’Europea ancora più forte e determinata. In questo momento, tutti i Paesi membri, Italia compresa, sono alle prese con difficoltà economiche e necessarie e dolorose riforme. La strada intrapresa è quella giusta ma è ancora lunga. Come ha detto il Presidente Barroso durante la sua ultima visita in Italia lo scorso mese di settembre, per ottenere risultati occorreranno pazienza e perseveranza. Il processo di riforma e di risanamento deve essere attuato prescindendo dalle considerazioni politiche a breve termine e ignorando le promesse illusorie di soluzioni rapide o di alternative meno difficoltose. La via da percorrere è irta di ostacoli, e quella che si prospetta come una comoda “tangenziale” si trasformerebbe molto presto in un vicolo cieco.
Quali sono gli aspetti del mercato unico che il nostro Paese stenta a sviluppare?
In generale, per tutti è importante garantire la tempestività nel recepimento della legislazione – una condizione necessaria per conseguire gli obiettivi delle direttive in materia di mercato interno. L’Italia sta concentrando la propria attenzione su questo e sta aumentando gli sforzi. Il numero di infrazioni continua ad essere alto ma, grazie agli sforzi del governo, sta diminuendo.
Quali iniziative ci saranno durante la settimana del 15-18 ottobre?
In occasione della celebrazione del ventennale della creazione del mercato unico, che avverrà contemporaneamente in tutti 27 i Paesi dell’Unione europea, la Rappresentanza della Commissione europea in Italia organizzerà dal 15 al 18 ottobre 2012 una serie di eventi sulle iniziative intraprese ed i risultati ottenuti fino ad ora nell’ambito del mercato unico e sulle future sfida da affrontare per il completamento della costruzione europea. Si comincia lunedì 15 con un evento di apertura al Campidoglio, con la partecipazione del Vicepresidente della Commissione Antonio Tajani, della Vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli e del Ministro degli Affari europei Enzo Moavero Milanesi. Seguiranno poi workshop in programma fino al 18 che affronteranno con esperti, parlamentari europei e funzionari della Commissione vari aspetti del Mercato quali la sicurezza dei prodotti, le telecomunicazioni, i ritardi dei pagamenti, il brevetto, la politica dei consumatori ecc. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di presentare i benefici del Mercato unico per ogni fase della vita di ognuno di noi.
Il programma completo della settimana
di Antonella Giordano
twitter @Anto_Gior
 
 


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