Ragazzi italiani “bamboccioni”? Colpa della crisi. Il 66% degli under 35 italiani vive coi genitori, un dato in crescita rispetto al 61% del 2007 e molto superiore alla media europea (49%). Secondo i dati Eurostat, gli under 35 italiani che vivono con i genitori è aumentata di 5 punti percentuali tra il 2007 e il 2014, mentre nel resto d’Europa la cifra è aumentata in tutto del 2% (dal 47% al 49%). La conferma arriva anche dall’Osservatorio Findomestic che mensilmente monitora la situazione del Paese e delle abitudini di consumo.
Dai dati dell’Osservatorio, risulta che il 66% degli under 35 ritiene che il fatto di vivere a lungo a casa dei genitori dipenda essenzialmente dal non essere autonomi dal punto di vista economico, come dimostra anche l’elevato tasso di disoccupazione giovanile nel nostro Paese. Per il 58% dei “ragazzi”, infatti, condizione fondamentale per lasciare la casa dei genitori è infatti avere un lavoro e a volte neanche quello basta per poter iniziare una vita autonoma e sono in molti a chiedere un aiuto ai genitori.
Il 75% pensa così che sia giusto ricevere un sostegno economico dai genitori anche quando i figli lasciano la famiglia d’origine. Sono più gli uomini ad aver bisogno di sentirsi le spalle protette da mamma e papà (79% contro 69% delle donne). Il supporto della famiglia è necessario principalmente per l’acquisto della casa o il pagamento dell’affitto (per il 67%), mentre il 25% degli intervistati indica anche il pagamento delle bollette e il 22% ritiene sia importante l’aiuto che i genitori possono dare nella gestione dei bambini.
La situazione economica generale e la condizione di precarietà influiscono anche sul sentiment degli italiani e sulle loro intenzioni d’acquisto. La soddisfazione per la propria situazione personale e per quella del Paese è in lieve calo rispetto al mese precedente, ma dal confronto congiunturale con lo stesso periodo dell’anno 2015 emerge un contenuto miglioramento.
Sul fronte dei mercati, cala la propensione all’acquisto di auto nuove mentre si mantiene sostanzialmente invariata quella relativa al mercato dell’usato (8,2% rispetto all’8,3%). Le spese per casa e arredamento subiscono invece una frenata maggiore passando da un 15,6% a un 15,0%. In calo anche la propensione all’acquisto di mobili (da 22,4% a 21,9%) e nel comparto casa/appartamenti (da 6,5% a 6,0%).
Il segmento della telefonia registra un calo nell’intenzione d’acquisto, che scende dal 25,3% al 24,2%. In calo anche le intenzioni di acquisto di fotocamere e videocamere (dal 12,3% all’11,9%), tablet (dal 16,5% al 15,6%), PC ed accessori (dal 24,1% al 22,4%). Diminuisce anche l’intenzione d’acquisto dell’elettronica di consumo (da 22,8% a 20,9%), a cui fa seguito una contrazione nei comparti dei grandi e piccoli elettrodomestici (rispettivamente da 23,5% a 21,9% e da 35,1% a 33,6%).
Sul fronte dell’efficienza energetica, si registra una flessione nel comparto degli impianti solari termici (da 4,9% a 4,7%) e stufe a pellet (da 9,0% a 8,9%). Stabile il segmento degli impianti fotovoltaici (5,5%), in crescita quello degli infissi/serramenti (da 11,5% a 11,7%).


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