Sacchetti di plastica, Parlamento Ue vota per forte riduzione
Stretta del Parlamento europeo contro i sacchetti di plastica: i paesi dell’Unione europea dovranno ridurne l’uso del 50% entro il 2017 e dell’80% entro il 2019, per tutelare in questo modo l’ambiente e porre un freno all’inquinamento ambientale causato dagli shopper, particolarmente dannosi soprattutto nei bacini idrici e per i sistemi acquatici.
Per raggiungere questo obiettivo si potrà ricorrere a imposte, tasse, restrizioni o divieti di commercializzazione. Il contesto in cui matura questo provvedimento è del resto preoccupante: nel 2010 si stima che ogni cittadino europeo abbia usato 198 sacchetti di plastica, in gran parte leggeri e non facilmente riutilizzabili. Sulla base della valutazione d’impatto fatta dalla Commissione europea, nello stesso anno sono stati gettati oltre otto miliardi di sacchetti di plastica. Il Parlamento ha votato oggi in prima lettura al fine di garantire che il lavoro svolto nel corso di questo mandato possa essere ripreso dal nuovo Parlamento e utilizzato come base per ulteriori negoziati con gli Stati membri dell’UE .
Quali i provvedimenti? Per i deputati, i sacchetti di plastica in materiale leggero, ovvero con uno spessore inferiore a 50 micron – la grande maggioranza dei sacchetti di plastica usati nell’UE – sono meno facilmente riutilizzabili dei sacchetti di spessore superiore e comportano un maggior rischio di essere gettati e quindi di inquinare l’ambiente. Gli Stati membri dovranno almeno dimezzarne il consumo entro il 2017 e ridurlo dell’80% dopo due anni. Si possono utilizzare misure quali imposte, tasse, restrizioni o divieti di commercializzazione per evitare che i negozi forniscano gratis i sacchetti di plastica, fatta eccezione per quelli ultraleggeri, utilizzati per avvolgere alimenti sfusi come carne cruda, pesce e prodotti lattiero-caseari. I sacchetti di plastica utilizzati per avvolgere alimenti come frutta, verdura e dolciumi dovranno essere sostituiti entro il 2019 da sacchetti di carta riciclata o sacchetti biodegradabili e compostabili. Secondo i deputati, in oltre, i requisiti per l’imballaggio compostabile e biodegradabile devono essere modificati.
La relazione è stata approvata con 539 voti a favore, 51 contrari e 72 astensioni. Ha detto la relatrice Margrete Auken (Verdi/ALE, DK): “I deputati oggi hanno votato per rafforzare in modo significativo i progetti di norme comunitarie volte a ridurre l’uso dei sacchetti di plastica, in particolare per includere obiettivi obbligatori europei di riduzione e l’obbligo di far pagare per i sacchetti di plastica. Come i paesi che hanno iniziato tale processo prima hanno dimostrato, ridurre drasticamente il consumo di questi sacchetti di smaltimento è un obiettivo facilmente raggiungibile con una politica coerente. Eliminare rapidamente tali sacchetti è una soluzione facilmente applicabile al problema pervasivo dei rifiuti plastici nell’ambiente”.
L’approvazione in prima lettura della direttiva sugli shopper è accolta con favore da Legambiente, che ricorda come questa rappresenti un passo importante verso la riduzione dell’uso delle buste usa e getta. In questo iter, afferma l’associazione, l’Italia ha rappresentato un esempio virtuoso. Commenta Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente: “In soli tre anni, con l’entrata in vigore nel 2011 della legge contro gli shopper non compostabili, la nostra Penisola è riuscita a dimezzare la percentuale di consumo dei sacchetti di plastica, che prima era pari al 25% del totale commercializzato in tutta Europa, diventando un paese virtuoso e abbandonando il triste primato di paese europeo con maggior consumo di shopper usa e getta. E grazie anche al bando italiano sui sacchetti di plastica non biodegradabile è stato possibile dare una iniziale spinta di innovazione e una speranza di futuro all’industria petrolchimica che versa in grave crisi ed è in via di dismissione in tutto il Paese. Ora ci auguriamo che si arrivi nei prossimi mesi, durante il semestre di presidenza Ue dell’Italia, all’accordo in Consiglio ambiente per l’approvazione definitiva della direttiva, un testo importante per imprimere un cambiamento in tutta Europa nell’uso degli shopper”.
“Si tratta di una svolta epocale perché per la prima volta il Parlamento europeo approva una legge dedicata unicamente a minimizzare la produzione di rifiuti e a incentivare dei modelli virtuosi, riconoscendo anche l’elevato valore della norma italiana sugli shopper, che ha trasformato il problema del rifiuto di plastica in un’opportunità in termini di sviluppo tecnologico”, ha dichiarato Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club, di fronte all’approvazione della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio.
Grazie a questa direttiva, afferma Kyoto Club, si limiteranno le conseguenze negative sull’ambiente, si contribuirà a prevenire la formazione dei rifiuti e a promuovere un uso più efficiente delle risorse. In particolare, la proposta mira a ridurre il consumo dell’Unione europea delle borse di plastica. La legislazione in Italia ha vietato l’utilizzo e la commercializzazione degli shopper in plastica già da gennaio 2011, portando il consumo di sacchetti usa e getta da circa 180000 ton nel 2010 e circa 90000 nel 2013, con una riduzione del 50%.