Vendite al dettaglio, nel 2022 i volumi diminuiscono. E il caro prezzi cambia i consumi (Foto di Tariq Abro da Pixabay)

Nel 2022 le vendite al dettaglio aumentano in valore (più 4,6%) ma diminuiscono in volume. Soprattutto diminuiscono le vendite in volume dei beni alimentari, che segnano una flessione del 4,2%. Le famiglie spendono di più per comprare di meno e questa dinamica è evidente soprattutto nel carrello della spesa alimentare.

Le vendite al dettaglio nel 2022: meno 4,2% dei beni alimentari in volume

A dicembre 2022 l’Istat stima un calo congiunturale per le vendite al dettaglio (-0,2% in valore e -0,7% in volume). Rispetto al mese precedente, le vendite dei beni alimentari registrano un lieve aumento in valore (+0,1%) e diminuiscono in volume (-0,6%), mentre quelle dei beni non alimentari calano sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,4% e -0,8%).

Su base tendenziale, dunque nel confronto annuale, a dicembre 2022, le vendite al dettaglio aumentano del 3,4% in valore e registrano un calo in volume (-4,4%). Un analogo andamento caratterizza sia le vendite dei beni alimentari (+5,8% in valore e -6,6% in volume), sia le vendite dei beni non alimentari (rispettivamente +1,7% in valore e -3,1% in volume).

«Nel complesso del 2022 le vendite al dettaglio in valore crescono rispetto all’anno precedente (+4,6%) in entrambi i settori merceologici mentre i volumi diminuiscono (-0,8%) a causa del calo dei beni alimentari (-4,2%) non compensato dall’aumento dei prodotti non alimentari (+1,9%)», commenta l’Istat.

Nella media annuale del 2022 la crescita in valore delle vendite riguarda tutte le forme distributive ma in misura diversa. L’aumento maggiore c’è per la grande distribuzione specializzata e per i discount.

In particolare, le vendite aumentano del 6,5% nella grande distribuzione (+7,9% negli esercizi specializzati). Per le imprese operanti su piccole superfici l’aumento è del +0,8%, per le vendite al di fuori dei negozi è +1,2%, per il commercio elettronico è inferiore (+0,3%). Nella crescita della grande distribuzione c’è da segnalare l’aumento maggiore per i discount di alimentari a più 9,8%.

UNC: Natale in bianco

Natale in bianco, commenta subito l’Unione Nazionale Consumatori.

«Nemmeno le vendite natalizie hanno risollevato i consumi, che, nonostante l’inflazione, scendono sul mese precedente anche in valore – spiega il presidente dell’UNC Massimiliano Dona – Drammatico, poi, il crollo delle vendite alimentari in volume: in media nel 2022 precipitano del 4,2% rispetto al 2021. Insomma, gli italiani nel 2022 sono stati costretti a mangiare di meno rispetto all’anno precedente. Peggio di così non si può!».

Coldiretti: si svuota il carrello della spesa

Come effetto del caro prezzi si svuota il carrello della spesa (meno 4,2% nell’anno) ma si spende di più (più 4,7%), commenta Coldiretti, che si sofferma sull’aumento delle vendite nei discount alimentari.

«Il risultato dei discount – dice Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione. Le famiglie infatti vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti».

Codacons: gli italiani cambiano abitudini

Il caro prezzi rivoluziona insomma le abitudini delle famiglie e cambia i consumi degli italiani, dice il Codacons. Le vendite diminuiscono per una cifra che supera i 200 euro a famiglia.

«L’inflazione alle stelle che ha caratterizzato gli ultimi mesi continua ad avere effetti sulla spesa delle famiglie, che nel 2022 registra un calo in volume del -0,8% a fronte di un aumento in valore del +4,6% – dice il presidente Carlo Rienzi – Questo significa che, al netto dell’aumento dei prezzi, le famiglie hanno ridotto gli acquisti per complessivi 6 miliardi di euro, con una contrazione media delle vendite di circa -234 euro a nucleo».

«Ma ciò che balza all’occhio – dice Rienzi – è lo spostamento dei consumi degli italiani, che a causa di inflazione e caro-bollette cambiano le proprie abitudini: i discount alimentari segnano infatti un fortissimo incremento delle vendite, che nel 2022 salgono del +9,8%, a dimostrazione di come gli italiani puntino sempre più al prezzo per indirizzare i propri acquisti».


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