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Coronavirus, attenzione alle fake news

Si riunirà di nuovo oggi il Comitato di emergenza per il coronavirus dell’Organizzazione mondiale della sanità, chiamata a decidere se l’epidemia che si sta diffondendo in Cina rappresenti un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Nel frattempo il mondo è col fiato sospeso, le notizie e i provvedimenti si rincorrono.

Oggi in Italia il Ministro della Salute Roberto Speranza ha tenuto un’informativa alla Camera dei deputati in cui ha detto che i casi confermati del nuovo coronavirus, «aggiornati a oggi dalle autorità cinesi, sono saliti a 7.711 nonché 9.239 casi sospetti, mentre sono 170 decessi».

«Voglio innanzitutto assicurare – ha detto Speranza – che il Ministero segue costantemente la situazione e monitora con la massima attenzione la possibile insorgenza di casi sul territorio nazionale».

A ieri tutti i casi sospetti segnalati in Italia si sono rivelati negativi al test per il coronavirus. Aggiornamenti sulla situazione in Italia si possono trovare sul sito del Ministero della Salute (QUI) e sulla pagina dell’Istituto superiore di Sanità (QUI).

 

virus in cina
Coronavirus in Cina, oggi nuova riunione dell’Oms

 

Sita: no ad allarmismi

Un invito a evitare allarmismi arriva dalla SITA – Società Italiana di Terapia Antinfettiva. In un comunicato diffuso ieri, gli infettivologi sottolineano che gli attuali dati (erano quelli di ieri, 6 mila casi accertati e 132 decessi) evidenziano un tasso di mortalità inferiore a quello dei coronavirus “cugini”, Sars e Mers.

«Per capire quanto sia aggressivo questo nuovo virus è necessario mettere i dati a confronto con quelli di altri due coronavirus che hanno causato epidemie diffuse nel recente passato: quello della SARS del 2003 e quello della sindrome respiratoria mediorientale (MERS) tra il 2013 e il 2019. La SARS ha provocato 813 decessi su 8.400 casi, con una mortalità quindi del 10% circa, mentre la MERS ha colpito 2.500 persone causando 858 decessi, con un indice di letalità del 30%. Stando ai numeri attuali – che vanno comunque considerati con la dovuta cautela perché al momento l’unica fonte di informazione sono i media e le istituzioni cinesi – il tasso di mortalità del coronavirus 2019 n-CoV si attesterebbe poco sopra al 2%».

«Stiamo assistendo a numeri limitati, con sporadici casi di trasmissione interumana al di fuori della Cina, soprattutto se li paragoniamo all’epidemia di un qualsiasi virus influenzale nel nostro Paese, con milioni di casi da dicembre ad oggi – ha detto Matteo Bassetti, Professore ordinario di Malattie Infettive e Direttore della Clinica Malattie Infettive, Ospedale San Martino di Genova, Presidente della SITA – oppure se consideriamo l’impatto delle polmoniti che curiamo nei nostri ospedali. È opportuno ricordare che la polmonite batterica, prima causa di morte per malattie infettive nei Paesi occidentali, provoca ogni anno 11.000 decessi solo in Italia e che nel nostro Paese ogni anno circa 5.000 persone muoiono a causa di complicanze respiratorie da influenza».

I sintomi più frequentemente riportati del nuovo coronavirus, identificato a fine dicembre nella città di Wuhan, sono stati febbre alta, affaticamento, tosse secca e difficoltà respiratorie con un range clinico-sintomatologico molto variabile, che va da quadri abbastanza blandi a casi di gravi polmoniti, che hanno necessitato di assistenza rianimatoria. Il tempo di incubazione è di 14 giorni.

Secondo Bassetti «il sistema sanitario per la gestione delle malattie infettive è pronto, rodato e maturo, il messaggio per la popolazione è quello di stare tranquilli perché al momento non esiste alcun motivo per agitarsi. La situazione va vigilata attentamente ed è bene tenere alta la guardia sugli eventuali casi sospetti provenienti dalle aree epidemiche, ma non bisogna creare allarmismi».


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