Alcuni emendamenti al ddl concorrenza in discussione al Senato stanno proponendo che i soci di società operanti nel settore odontoiatrico siano, per almeno due terzi, iscritti all’Albo degli odontoiatri. L’Unione Nazionale Consumatori critica questa scelta: “Si tratta di un evidente tentativo di ridurre le cliniche odontoiatriche, le catene dentali, e, per questa via, impedire la concorrenza e ostacolare l’abbassamento dei prezzi, in un settore dove, in assenza di una serio servizio pubblico, i consumatori sono già costretti ad andare nel privato pagando parcelle intollerabili o, in alternativa, a rinunciare alle cure o rivolgersi all’estero” commenta Massimiliano Dona, Segretario dell’UNC.

“Non si capisce perché un imprenditore che decida di aprire una clinica privata non possa detenere più di un terzo del capitale della società. L’unica cosa importante è che chi mette le mani nella bocca di un paziente sia un professionista abilitato a farlo e non, magari, un meccanico dentista, come spesso accade. Di questo dovrebbe occuparsi il legislatore, della qualità delle prestazioni, oltre che di rendere effettivo un servizio pubblico inesistente” ha proseguito Dona. “Qualità delle prestazioni che, considerato il costo ingente di alcune attrezzature, non viene certo meno se si costituiscono società e si uniscono risorse economiche di più soggetti, anche se non iscritti all’Albo”.


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