Influenza aviaria, OMS: continue epidemie fra gli animali sono un rischio per gli esseri umani
Allerta OMS: le continue epidemie di influenza aviaria fra gli animali rappresentano un rischio per gli esseri umani
Le continue epidemie di influenza aviaria fra gli animali rappresentano un rischio per gli esseri umani. “Sebbene colpiscano in gran parte gli animali, questi focolai pongono rischi continui per l’uomo”: è l’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della Sanità. La preoccupazione è che, contagiando i mammiferi, il virus possa mutare facendo emergere nuovi virus più dannosi per gli animali e per l’uomo. Finora l’influenza aviaria o bird flu ha compito pollame, uccelli selvatici e mammiferi fra i quali (per A(H5N1) clade 2.3.4.4b viruses) furetti, visoni, lontre, gatto domestico, volpe rossa, delfini, orsi, foche, cani.
Influenza aviaria, anche fra i mammiferi
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH) “stanno esortando i paesi a lavorare insieme in tutti i settori per salvare quanti più animali possibile e proteggere le persone”, informa una nota dell’OMS.
“I virus dell’influenza aviaria normalmente si diffondono tra gli uccelli, ma il numero crescente di rilevamenti di influenza aviaria H5N1 tra i mammiferi, che sono biologicamente più vicini agli esseri umani rispetto agli uccelli, accresce la preoccupazione che il virus possa adattarsi per infettare gli esseri umani più facilmente”, spiega l’Organizzazione mondiale della sanità.
Nel 2022, 67 Paesi in cinque continenti hanno segnalato al WOAH focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1 nel pollame e nei volatili selvatici, con oltre 131 milioni di pollame domestico persi a causa della morte o dell’abbattimento nelle fattorie e nei villaggi colpiti. Nel 2023, altri 14 paesi hanno segnalato focolai, principalmente nelle Americhe. Diversi eventi di morte di massa sono stati segnalati fra gli uccelli selvatici, causati dai virus dell’influenza A(H5N1). Di recente ci sono state segnalazioni crescenti di focolai mortali fra i mammiferi causati dai virus dell’influenza A(H5), compresi i virus dell’influenza A(H5N1). Sono stati colpiti sia i mammiferi terrestri a sia quelli marini, compresi focolai di visoni d’allevamento in Spagna, foche negli Stati Uniti d’America e leoni marini in Perù e Cile. I virus H5N1 sono stati rilevati anche in animali domestici come cani e gatti in diversi paesi, con recenti rilevamenti di H5N1 nei gatti annunciati dalle autorità polacche.
«C’è un recente cambiamento di paradigma nell’ecologia e nell’epidemiologia dell’influenza aviaria che ha accresciuto la preoccupazione globale poiché la malattia si è diffusa in nuove regioni geografiche e ha causato insolite morie di uccelli selvatici e un allarmante aumento dei casi di mammiferi», ha affermato il dottor Gregorio Torres, Direttore del Dipartimento di Scienze presso il WOAH.
Influenza aviaria e rischi per gli esseri umani
L’OMS ricorda poi che sono stati segnalati “sporadici” rilevamenti di virus nell’uomo ma i casi rimangono “molto rari”, con 8 casi segnalati da dicembre 2021. Le infezioni nell’uomo possono causare malattie gravi con un alto tasso di mortalità. I casi umani rilevati finora sono per lo più legati a stretto contatto con uccelli infetti e ambienti contaminati.
«Con le informazioni disponibili finora, il virus non sembra essere in grado di trasmettersi facilmente da una persona all’altra, ma è necessaria vigilanza per identificare qualsiasi evoluzione del virus che possa cambiarlo – ha affermato la dott.ssa Sylvie Briand, Direttrice Preparazione e prevenzione di epidemie e pandemie, OMS – L’OMS sta lavorando a stretto contatto con FAO e WOAH e reti di laboratori per monitorare l’evoluzione di questi virus, alla ricerca di segnali di qualsiasi cambiamento che potrebbe essere più pericoloso per l’uomo. Incoraggiamo tutti i paesi ad aumentare la loro capacità di monitorare questi virus e di rilevare eventuali casi umani. Ciò è particolarmente importante in quanto il virus sta ora colpendo paesi con un’esperienza precedente limitata nella sorveglianza dell’influenza aviaria».
Sono in corso studi per identificare eventuali cambiamenti nel virus che potrebbero aiutarlo a diffondersi più facilmente tra i mammiferi, compreso l’uomo.