L’estate che scotta. Oltre 8 milioni di persone esposte a temperature roventi di 40° in città (Foto Pixabay)

L’estate che scotta. Oltre 8 milioni di persone esposte a temperature roventi di 40° in città

Più di 8,3 milioni di persone sono esposte alle temperature roventi delle città, di 40° o più. Molti sono fragili: 1,3 milioni fra anziani e bambini. I dati dello studio Greenpeace-Istat sull’estate che scotta e sul rischio delle temperature superficiali insostenibili

Più di 8,3 milioni di italiani sono esposti a temperature superficiali superiori a 40°. E questo solo nei capoluoghi di regione. Molte sono persone fragili, anziani e bambini. Dal 2019 al 2023 emerge che negli ultimi quattro anni il numero di persone esposte a temperature superficiali pari o superiori a 40°C nelle città monitorate è raddoppiato. La tendenza, fra l’altro, è sottostimata perché considera solo la popolazione residente e non tutti coloro che vivono nelle città analizzate. E le prospettive non sono di miglioramento.

Il quadro è relativo al 2023 ed emerge dal dossier “L’estate che scotta. Temperature superficiali roventi: in aumento gli italiani esposto al rischio”, realizzato da Greenpeace in collaborazione con i ricercatori dell’Istat. Viene fuori una tendenza preoccupante, che restituisce larghe porzioni dell’Italia esposte a temperature superficiali sempre più elevate.

“Di questi 8,3 milioni di italiani, colpisce che più di una persona su otto faccia parte di categorie “fragili” per via della loro età anagrafica, ovvero persone che subiscono maggiormente gli impatti negativi di queste temperature – si legge nello studio – Rispettivamente, degli 8,3 milioni di cittadini che hanno subito l’impatto di temperature superficiali da record, più di 1 milione erano anziani con più di 74 anni, e ben 300 mila bambine e bambini fino ai 5 anni”.

La temperatura rovente della superficie

Sono temperature roventi, dunque. Fra l’altro, mentre la temperatura dell’aria misura quanto sia calda l’aria sopra il suolo, l’indagine ha riguardato la temperatura della superficie terrestre, ovvero il calore “al tatto” della “superficie” della Terra.

«Si tratta di temperature rilevate da satelliti che fotografano la superficie terrestre dall’alto, quindi si riferiscono a tutte le superfici visibili dall’alto: tetti, abitazioni, strade, campi, chiome degli alberi», spiega nello studio il ricercatore Istat Alessandro Cimbelli. Una rilevazione che sottostima il fenomeno, «visto che stiamo parlando di temperature superficiali rilevate tra le 9 e le 11 di mattina, quindi non si tratta della temperatura massima giornaliera».

Il report è dunque partito dalla temperatura della superficie terrestre, con dati (raccolti dai satelliti del programma Copernicus) che comprendono tutte le superfici visibili dall’alto come tetti, abitazioni, strade e alberi. È stata rilevata la temperatura delle superfici perché il calore irradiato dal suolo e dalle superfici contribuisce alla vivibilità di un determinato ambiente. Le città analizzate sono state 21 capoluoghi di Regione e le province autonome di Trento e Bolzano.

Oltre 8 milioni esposti a temperature roventi

“Dalle analisi fatte risulta che negli ultimi quattro anni il numero di persone esposte a temperature superficiali pari o superiori a 40°C nelle città monitorate è raddoppiato – spiega Greenpeace – Da agosto 2019 ad agosto 2023, oltre 8 milioni di cittadini, inclusi più di 1,3 milioni di anziani e bambini, hanno sperimentato questo caldo estremo. E questi dati sono probabilmente sottostimati, perché si basano solo sulla popolazione residente e non considerano il numero effettivo di persone che vivono nelle città analizzate”.

Nel giugno 2024, spiega Greenpeace, in quasi tutti i capoluoghi italiani le temperature superficiali massime hanno superato i 35°C, con picchi di oltre 39°C in 12 delle 21 città analizzate. Bari, Napoli, Roma, Catanzaro, Ancona, Palermo e Campobasso hanno registrato temperature superficiali superiori a 40°C. Anche Milano ha mostrato una media delle temperature superficiali massime di 39,9°C.

In 11 capoluoghi su 21, oltre il 90% della popolazione è stato esposto a temperature pari o superiori a 40°C, con picchi oltre il 98% a Bari, Firenze, Cagliari, Napoli e Palermo. Anche in alcuni capoluoghi del Nord, come Aosta, Torino e Milano, si riscontrano percentuali significative di popolazione esposta. Solo tre capoluoghi mostrano percentuali di popolazione esposta sotto il 60%: Trieste (51,3%), Genova (47%) e Bolzano (2,1%).

Non va meglio in Europa, dove l’aumento delle ondate di calore rispetto al decennio 2000-2009 ha portato a incremento del 57% delle persone esposte. Le città sono particolarmente colpite a causa dell’effetto “isola di calore”, dove il calore irradiato dal suolo e dalle superfici contribuisce in modo significativo alla temperatura percepita.

Spiega ancora nel dossier Stefano Tersigni, ricercatore dell’Istat : «L’esposizione a temperature superficiali superiori a 40°C può determinare una emergenza medica per colpo di calore. La pericolosità a tale esposizione è più accentuata nelle persone fragili, ovvero maggiormente vulnerabili a questo tipo di stress».

La stima delle persone fragili nel rapporto è inoltre sottostimata, perché «non si tratterebbe solo di quelle considerate nel nostro lavoro – bambini piccoli (0-5 anni) e anziani (con più di 74 anni) –, ma anche di individui che presentano instabilità clinica, malattie croniche o che non sono autosufficienti». Un problema, inoltre, che riguarda anche «chi lavora in aree industriali con grandi edifici ed estese superfici, dove spesso si riscontrano elevate temperature superficiali, interessando soprattutto le persone che nelle ore più calde lavorano all’esterno o in edifici senza impianti di condizionamento».


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