La mortalità materna si è ridotta del 44% negli ultimi 25 anni, passando da 532 mila vittime a 303 di quest’anno con circa 216 morti materne ogni 100 mila nascite. Il dato è stato diffuso ieri e appartiene ad uno studio condotto per l’Organizzazione Mondiale della Sanità da un équipe di esperti di Messico e Stati Uniti. L’Italia, nella classifica mondiale, si colloca nella Top10 dei paesi con i più bassi tassi di mortalità materna.
Gli esperti tengono però a precisare che buona parte delle cause di morte dipendono da fattori esterni alla gravidanza. I decessi materni indiretti sono il risultato di patologie spesso preesistenti che peggiorano con la gravidanza, ad esempio le malattie non trasmissibili, come il diabete di tipo 2 e le patologie cardiovascolari, e le malattie infettive e parassitarie, come l’infezione da HIV, la tubercolosi, l’epatite, l’influenza o la malaria.
“Per ridurre i decessi materni dovuti a cause indirette, gli specialisti in ostetricia e gli altri operatori sanitari che assistono le donne durante la gravidanza e il post partum devono essere formati per prendersi cura della salute della donna in modo olistico e non solo della sua gravidanza”, ha dichiarato Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini presso l’Oms (fonte ONU Italia).
La nuova Strategia Globale per la salute delle donne, dei bambini e degli adolescenti (2016-2030)”, prosegue Bustreo, “propone ai governi alcune azioni chiave che è possibile intraprendere per porre fine a tutte le cause evitabili di mortalità materna”.
La morte di una donna durante la gravidanza è un parametro importante per considerare lo sviluppo di un Paese. Il maggiore interesse dei paesi a reddito medio-basso su questo argomento ha quindi consentito di abbassare notevolmente la mortalità materna in tutto il mondo.


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