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La Commissione europea ha chiesto di condurre studi più approfonditi sul potenziale impatto sulla salute degli impianti mammari della società francese Pip  (Poly Implant Prothèse) al centro di uno dei più gravi scandali sanitari europei.
Mentre il rapporto del Comitato europeo per le emergenze e i rischi sanitari (Scenihr) evidenzia che “i dati a oggi disponibili non sono sufficienti a condurre a conclusioni certe riguardo al rischio sanitario” per le donne che hanno avuto un impianto di protesi al silicone della marca francese.
Attualmente, dunque, i dati a disposizione degli scienziati non danno certezze. Il report degli esperti del gruppo Scenihr sottolinea che, sulla base dei dati limitati attualmente disponibili, esiste una preoccupazione sulla possibilità di infiammazioni indotte dalla rotture delle impianti al silicone Pip. Una prima conclusione del report è che ogni caso va valutato individualmente, per cui l’indicazione generale rimane quella, per le donne coinvolte, di contattare il proprio chirurgo.
Sulla base di quanto evidenziato dagli esperti, la Commissione europea ha chiesto al Comitato Scenihr di condurre studi più approfonditi sul potenziale rischio sanitario delle protesi sotto accusa. Ha detto il Commissario alla Salute e alla protezione dei consumatori John Dalli: “Nella situazione odierna, la sicurezza dei pazienti rimane la priorità. La Commissione discuterà con gli Stati membri una serie di misure immediate per rafforzare la sorveglianza esistente e i controlli di sicurezza sui dispositivi medici già presenti sul mercato. La capacità di scoprire e minimizzare il rischi di frode deve essere aumentata”.
Si stima che siano circa 400 mila le protesi al silicone di marca Pip impiantate in tutto il mondo, delle quali 40 mila nel Regno Unito, 30 mila in Francia, 10 mila in Spagna e 7500 in Germania. In Italia, dal 2001 al 2011 si stima che siano stati fatti 4525 impianti con protesi al silicone Pip, secondo quanto detto ieri in Commissione Sanità del Senato dal ministro della Salute Renato Balduzzi. Il dato è comunque parziale e incompleto perché mancano le informazioni di alcune Regioni. Il ministro ha inoltre detto che il Servizio sanitario nazionale si farà carico delle sostituzioni delle protesi Pip anche per le pazienti che le hanno impiantate per motivi estetici laddove ci sarà, come indicato dal Consiglio superiore di Sanita, “l’indicazione clinica specialistica”.


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