Resistenza agli antibiotici, Consiglio della Ue: ridurre l’uso entro il 2030 (Fonte foto Pixabay)

Resistenza agli antibiotici, Consiglio dell’Unione europea: ridurre l’uso entro il 2030

Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato una raccomandazione per intensificare la lotta alla resistenza agli antibiotici. Previsti obiettivi concreti per ridurre l’uso di antimicrobici entro il 2030, tra cui una riduzione del 20% del consumo umano totale di antibiotici

Combattere la resistenza agli antibiotici con una serie di obiettivi concreti. Fra questi, la riduzione nell’uso degli antimicrobici entro il 2030 e al suo interno la riduzione del 20% del consumo umano di antibiotici. Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato oggi una raccomandazione per intensificare l’azione dell’Ue per combattere la resistenza antimicrobica (AMR) nei settori della salute umana, della salute animale e dell’ambiente.

“La raccomandazione – informa una nota del Consiglio – utilizza un approccio “One Health” alla resistenza antimicrobica, basato sul fatto che la salute degli esseri umani, degli animali e dell’ambiente è intrinsecamente collegata e che la resistenza antimicrobica può essere superata solo attraverso sforzi congiunti in tutte e tre le aree”.

«Non possiamo permetterci di ignorare la minaccia mortale che i microrganismi resistenti ai farmaci rappresentano per la salute umana – ha detto Jakob Forssmed, ministro svedese degli affari sociali e della sanità pubblica – La lotta alla resistenza antimicrobica è stata una priorità fondamentale per la presidenza svedese e la raccomandazione odierna fornisce ai paesi dell’UE gli strumenti per monitorare e ridurre il consumo di antimicrobici».

Come affrontare la resistenza agli antibiotici

La raccomandazione vuole incoraggiare l’uso prudente degli antibiotici nella salute umana e animale attraverso una serie di “misure volontarie”, come spiega una nota del Consiglio, con l’obiettivo che ridurre il rischio della resistenza dei microrganismi a questi importanti farmaci e all’intervento medico.

Le misure comprendono “obiettivi concreti per ridurre l’uso di antimicrobici entro il 2030, tra cui una riduzione del 20% del consumo umano totale di antibiotici e una riduzione del 50% delle vendite complessive nell’Ue di antimicrobici utilizzati per gli animali da allevamento e l’acquacoltura”.

Prevedono inoltre il rafforzamento dei piani d’azione nazionali per realizzare questi obiettivi e il monitoraggio dell’uso degli antibiotici a livello nazionale, compresi gli indicatori per valutare i progressi. Fra le misure, c’è anche una migliore sorveglianza dell’antimicrobico resistenza e del consumo di antibiotici a tutti i livelli, compresi gli ospedali e le strutture di assistenza a lungo termine, e sforzi per migliorare la salute e il benessere degli animali da allevamento per ridurre la diffusione delle malattie infettive. Le misure comprendono infine la sensibilizzazione di cittadini e professionisti che lavorano nella salute umana e veterinaria.

«La Raccomandazione adottata oggi dal Consiglio Ue – ha detto il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, che oggi ha partecipato al Consiglio dei Ministri della Salute Ue in Lussemburgo – costituisce un importante ulteriore strumento nel contrastare le infezioni resistenti agli antibiotici investendo prioritariamente nell’uso mirato e consapevole degli antibiotici, sostenendo la ricerca e promuovendo test diagnostici rapidi e una comunicazione efficace in un contesto One Health. Limitare l’uso inappropriato di antimicrobici è infatti cruciale per ridurre le infezioni resistenti sia nell’uomo che negli animali».

 

Resistenza agli antibiotici, ECDC: minaccia alla salute dei pazienti (Foto
cottonbro studio per Pexels)

 

I rischi della resistenza agli antibiotici

Nel 2020, oltre 800.000 persone sono state infettate da batteri resistenti agli antibiotici in Europa. Sempre nello stesso anno, in Europa sono morte 100 persone al giorno per antimicrobico resistenza. Le infezioni resistenti ai farmaci uccidono 35 mila persone ogni anno nella Ue e nell’area economica europea. E i più alti tassi di mortalità per antimicrobico resistenza, ovvero il numero stimato di decessi attribuibili all’AMR per 100 mila persone per paese nel 2020, sono attribuiti a Grecia e Italia (Fonte: Consiglio dell’Unione europea).


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