Metodo Stamina, Balduzzi: serve trasparenza. Nessuna battaglia
“Stamina renda accessibili e trasparenti i suoi protocolli, permetta che vengano verificati e sperimentati in condizioni di sicurezza, condivida i risultati finora ottenuti con la comunità scientifica. Finora questo Stamina non lo ha fatto, ma la possibilità c’è”. A dirlo il ministro della Salute Renato Balduzzi intervenendo nell’acceso dibattito sul “metodo Stamina” del Davide Vannoni. Si tratta di una terapia praticata con le cellule staminali che apre la strada, di fatto, alla medicina rigenerativa.Come ha spiegato lo stesso Vannoni nel corso di un servizio andato in onda di recente alle Iene, “sono una risorsa incredibile che c’è dentro il nostro organismo, è quella che ci mantiene in vita, che decide quanto dobbiamo invecchiare e che ci ripara. Le staminali sono in tutte le specie viventi. Il metodo Vannoni è un metodo per estrarre le staminali in modo attivo. Noi le prendiamo dalla parte spugnosa dell’osso, dal bacino; il pezzettino di osso che prendiamo lo lavoriamo e ne riusciamo a tirar fuori 5 tipi di staminali diverse, ognuna con le sue funzioni e con le sue utilità. Dal nostro serbatoio di cellule staminali, noi ne prendiamo un pochino e le moltiplichiamo e le rimettiamo nel nostro organismo in una quantità molto maggiore”.
Secondo il medico, la cura avrebbe effetto “su 60 malattie diverse, tutte malattie gravissime, tutte malattie che non hanno alternativa di cura. Tipo la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), la Sma, il Parkinson: tutte le malattie dell’osso, quindi la rigenerazione della cartilagine, dell’anca, tutte le malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla, il lupus”.
Tuttavia, su questo metodo si è aperto un acceso dibattito fatto di critiche, indagini e blocchi giudiziari soprattutto perché Vannoni non ha scelto la strada della sperimentazione come richiesto dal Consiglio Superiore di Sanità ma ha scelto di percorrere la strada delle “cure compassionevoli”, tentativi per apportare benefici in situazioni che non hanno alcuna speranza di essere guarite.
La presa di posizione di Balduzzi segue la decisione del Tribunale di Torino che si è espresso – accogliendolo – sull’ennesimo ricorso presentato da un paziente in cura verso Aifa e ministero della Salute che avevano disposto l’interruzione delle cure. Il Tribunale ha chiarito che non si sta mettendo in dubbio l’efficacia delle terapie a base di staminali, che comunque restano una terapia sperimentale e per uso compassionevole, ma a essere sotto accusa sono la metodologia e l’aderenza alle procedure dettate dalla legge del metodo Stamina. Ciò che viene contestato è infatti la mancanza di sicurezza e quindi il pericolo per la salute dei pazienti nella preparazione delle cellule, lavorate in laboratori non adeguati (non ultimo uno scantinato nella Repubblica di San Marino), prelevate da terzi, con serio di rischi di contagi, e con risultati controversi. A cui si aggiungono i reati di associazione per delinquere e truffa.

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Perchè allora non incaricare un numero ristretto di laboratori controllati dal ministero che possano collaborare con i medici e scienziati e offrire speranza e miglioramenti alle persone condannate da queste terribili malattie.? la macchina pubblica è sempre troppo lenta anche su questi temi……..quando invece dovrebbero avere la precedenza su tutto.