invasione cibo spazzatura

L'invasione del cibo spazzatura, di Martin Blanchard e Maud Gangler ©Capa Tv

Viaggio al centro del cibo spazzatura attraverso il cordon-bleu. Sul canale Arte.tv arriva il documentario di Martin Blanchard e Maud Gangler L’invasione del cibo spazzatura, disponibile gratuitamente in streaming e sottotitolato in italiano

È  un viaggio dentro l’industria agroalimentare che da anni vende ai consumatori cibo spazzatura, costruito in laboratorio con ingredienti che nessuna cucina di casa ha mai visto, piena di zuccheri, sale, additivi. A basso costo. Appetitoso, come vuole la pubblicità. Facile da cucinare e ghiotto per i bambini. E così prendi un cordon-bleu, lo analizzi nel dettaglio e poi (dopo aver visto il documentario) non lo mangi più.

Trenta ingredienti per costruire un cordon-bleu

Per fare un appetitoso cordon-bleu da comprare al supermercato servono una trentina di ingredienti, tanti quanti ne sono richiesti dalla produzione industriale di questo prodotto.

A partire dunque dalla “decostruzione” del cordon-bleau parte il documentario L’invasione del cibo spazzatura, che va alla scoperta degli alimenti ultra-trasformati, che non risparmiano neanche la dieta vegana.

I due registi per l’occasione si “trasformano” in industriali e producono il loro cordon bleu. In questo modo riescono a mostrare dall’interno il sistema di alimentazione industriale, con l’obiettivo di aprire gli occhi ai consumatori abituati da tempo a cibo troppo salato, troppo zuccherato, troppo corretto e troppo poco costoso.

Certo, questa educazione è frutto dell’industria alimentare che negli anni ha messo sul mercato cibi sempre più elaborati e meno costosi. Col risultato che chi è più povero finisce per mangiare peggio.

 

L'invasione del cibo spazzatura
L’invasione del cibo spazzatura

 

Dal cordon-bleu al viaggio nell’industria agroalimentare

Il documentario viaggia dunque intorno alla costruzione del cordon-bleu. Per farlo in casa, basterebbero cinque ingredienti. Quello industriale è invece un trionfo di composizione e ricomposizione di ingredienti. La cotoletta non è una fettina di carne. Il formaggio è un agglomerato caseario. Dentro questo cordon-bleu ci sono una trentina di ingredienti. Il packaging è allettante e promette che il prodotto è fonte di proteine (ma è a base di carne!) e che è senza olio di palma (non c’è mai stato olio di palma fra gli ingredienti).

Il cordon-bleu viene letteralmente “decostruito”. E da questa mossa parte il viaggio nell’industria agroalimentare e nel cibo spazzatura alla base di una cattiva alimentazione e di problemi di salute immensi. Nel prezzo del cibo, di questo cibo a basso costo, non è mai incluso il costo delle malattie, del diabete, dell’obesità. Non è mai compreso il prezzo in salute della cattiva alimentazione.

I due registi raccontano gli additivi e il rischio legato all’effetto cocktail di additivi, la battaglia di lobby che c’è dietro il biossido di titanio, le discussioni in Europa, il ruolo degli imballaggi colorati e degli inchiostri che possono contaminare gli alimenti. Con l’aiuto di esperti, nutrizionisti, dottori in scienze alimentari o consulenti, fanno luce su una questione cruciale: cosa mangiamo oggi?

Cibo e trucchi di marketing

«Analizzando tutte le fasi della filiera, – spiega la nota di lancio del documentario – dall’allevamento al packaging, l’inchiesta spiega così al pubblico cosa sono i prodotti “ultra-trasformati” e quali sono i rischi dell’effetto cocktail da additivi, mostra le contraddizioni delle ricette industriali, approfondisce il bando francese dell’E171 (il biossido di titano) e delle conseguenze a livello produttivo. Non si salvano neanche i piatti vegani: non sono certo sinonimo di “naturale” poiché nella maggior parte dei casi sono frutto di una miscela complessa e comunque ricca di additivi. L’industria alimentare sta utilizzando tecnologie all’avanguardia e comprovati trucchi di marketing, muovendosi ai confini della legge oppure utilizzando potenti lobby per servire i propri interessi».

Non più cibo spazzatura: il cambiamento è possibile

Il cambiamento però è possibile.

L’industria può rivedere le ricette e semplificarle, cambiando i processi produttivi e intervenendo sulla qualità degli alimenti – anche se questo può costare un ritocco al rialzo del prezzo. E anche i cordon-bleu possono essere fatti con ingredienti di qualità.

I consumatori hanno a disposizione nuove armi che permettono loro di valutare in modo immediato la qualità dei prodotti alimentari. È il caso, pur con le imprecisioni, dell’app Yuka, una storia di successo che ha portato alcune aziende a rivedere e migliorare la qualità dei loro prodotti.

«La speranza di un cambiamento qualitativo è guidata dalla società civile: sotto la pressione dei consumatori, alcuni produttori stanno cercando di cambiare la produzione, riducendo il numero degli ingredienti, scegliendo materie prime di qualità, abbandonando gli additivi. Alla scelta dell’alimentazione si affianca anche un cambio in termine di salute e società: il futuro si legge proprio sul fondo dei piatti».

 

L’invasione del cibo spazzatura

Francia, 2019
Documentario – 90 minuti

Regia di Martin Blanchard e Maud Gangler

Coproduzione: ARTE France, Capa Presse

Disponibile gratuitamente in streaming – sottotitolato in italiano – fino al 02/04/2021 su ARTE.TV in italiano


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Scrive per noi

Sabrina Bergamini
Sabrina Bergamini
Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.

Parliamone ;-)