In Italia il 18% della spesa sanitaria totale incide direttamente sulle tasche dei cittadini, contro il 7% registrati in Francia e il 9% dell’Inghilterra. Questo determina da un lato differenze nello stato di salute tra ricchi e poveri, con questi ultimi sempre più spesso costretti a rinunciare alle cure, e dall’altro difficoltà per la singola famiglia a fronteggiare esborsi anche consistenti. Cosa ne pensano dunque i cittadini/consumatori dello stato attuale del Servizio Sanitario Nazionale e dei servizi che il welfare è in grado di assicurare? È stato questo l’argomento di indagine su cui si sono soffermati Unione Nazionale Consumatori e Forum Ania Consumatori.
I risultati del sondaggio online “Sanità e previdenza: più o meno tasse per il futuro” sono stati presentati questa mattina ed evidenziano chiaramente l’impatto che alcuni cambiamenti già in atto nel settore previdenziale e sanitario avranno sulle generazioni più giovani che, presumibilmente saranno quelle più interessate da essi. È noto da tempo che il welfare statale si trovi oggi a dover scegliere se mantenere la propria funzione nonostante il nuovo scenario economico generale o se optare per un ruolo più marginale nella soddisfazione dei bisogni della popolazione. Il 29% degli intervistati è consapevole che per poter mantenere in futuro un adeguato livello di assistenza sanitaria pubblica sarà necessario ricorrere a forme di assicurazione integrative. La prospettiva i pagare direttamente i servizi di cui si ha bisogno sarebbe a maggior ragione percorribile se lo Stato prevedesse una riduzione delle tasse (61%).
“Si conferma quindi la tendenza la quale gli italiani sarebbero favorevoli all’introduzione di vantaggi fiscali per la sottoscrizione di alcuni strumenti assicurativi- come polizze sanitarie o pensioni integrative- così come una detrazione sulle imposte per alcune spese di welfare- badanti, baby sitter, ecc.”, spiega Massimiliano Dona, presidente di Unc, commentando i dati dell’indagine. “Siamo consapevoli del fatto che il nostro sondaggio non può certo avere valore statistico, ma di sicuro può essere uno strumento utile per tastare il sentiment dei consumatori”, ha poi aggiunto. Alla tradizionale “voglia di welfare”, ossia al desiderio che lo Stato mantenga il suo ruolo assistenzialista, si fa strada la consapevolezza che in un prossimo futuro si dovrà pagare di più per avere gli stessi servizi (46%) o, in ultima istanza, a vederli ridimensionati (26%). “Il welfare non sarà più lo stesso e dobbiamo spiegarlo alle nuove generazioni”, ha concluso Dona.
La partnership che lega Unc e altre sette tra le più importanti associazioni di consumatori al Forum Ania ha proprio lo scopo di diffondere la cultura del risparmio integrativa tra i cittadini, sia in ambito sanitario che previdenziale. “Perché questo funzioni, però, dobbiamo fare in modo che il rapporto di fiducia tra assicuratori e consumatori si rinsaldi e vada nella stessa direzione”, sottolinea Pier Ugo Andreini, presidente del Forum Ania Consumatori, il quale ha poi sottolineato “l’importanza di un’informazione chiara, semplice, tempestiva e trasparente tale da rendere i cittadini sempre più consapevoli del loro futuro”.


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