Altroconsumo va in tribunale contro lo stop a Uber: “Italia congelata al 1992”
La legge deve essere rivista, perché quella del 1992 è troppo vecchia e del tutto inadeguata a regolamentare un cambiamento tecnologico e sociale enorme. Va garantita la concorrenza per i consumatori, che hanno il diritto di godere dei benefici che la tecnologia porta ai trasporti. Congelare l’innovazione significa far arretrare l’Italia. Con queste motivazioni Altroconsumo si schiera decisamente contro il blocco di Uber deciso dalla giustizia.L’associazione annuncia che sarà presente a fianco dell’azienda nel ricorso in Tribunale, per garantire la pluralità dell’offerta di mobilità. Non poteva che suscitare reazioni il blocco di Uber Black deciso dal Tribunale di Roma.
“La vicenda dello stop del giudice a Uber è una sconfitta per le potenzialità di innovazione nel nostro Paese. Altroconsumo ha dato mandato ai propri legali per affiancare Uber nel ricorso in Tribunale a tutela della pluralità dell’offerta ai consumatori”, informa l’associazione, che si è rivolta al presidente del Consiglio e al Ministro dei Trasporti chiedendo un intervento immediato: perché i taxi non bastano a rispondere all’esigenza di mobilità e perché “le piattaforme tecnologiche propongono un ruolo innovativo di intermediazione in tutti gli ambiti, che gli utenti utilizzano via device, per accedere a servizi fondamentali”.
Dice Ivo Tarantino, responsabile relazioni esterne per Altroconsumo: “Siamo convinti di una duplice necessità: vedere ristabilito il diritto dei consumatori di godere dei benefici della tecnologia applicati anche al settore dei trasporti, e sostenere anche nel nostro Paese scelte che siano legate allo sviluppo della pluralità dell’offerta, rispondendo alla diversificazione delle esigenze. Il provvedimento del Tribunale di Roma le ha bloccate entrambe. Per questo Altroconsumo ricorrerà in giudizio a fianco di Uber”.
Altroconsumo sottolinea la necessità di aggiornare la legge del 1992, che è quella di riferimento: “I 25 anni trascorsi sono in realtà un arco temporale infinitamente più ampio, è cambiato il contesto sociale ed esperienziale, la tecnologia, con modelli di business innovativi e ancora in evoluzione sul mercato – spiega l’associazione – La complessità deve essere gestita, ignorarla farà precipitare l’Italia nell’imbuto scivoloso del rifiuto del cambiamento che equivale a perdere in competitività ed essere esclusi dal contesto europeo, dove la normativa ha invece aperto al nuovo. La legge di settore deve essere rivista per tener conto delle esigenze da più parti sollecitate – Governo, Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, Autorità dei Trasporti – di una apertura concorrenziale del mercato imposta dalle nuove tecnologie digitali”.
Sono d’accordo con Altroconsumo e con tutte le associazioni consumatori che la pensano in questo modo.
I taxisti prima di protestare devono rispettare sempre le seguenti norme: 1) essere sempre presenti per i clienti nelle varie postazioni di taxi anche di notte ed anche d’inverno con il brutto tempo ed essere presenti sopratutto agli aeroporti, alle stazioni treni, stazioni portuali, ecc.
2) applicare sempre le tariffe imposte dalle Prefetture e non richiedere un euro in più di quanto stabilito, 3) devono rilasciare sempre le ricevute fiscali e sopratutto DEVONO DICHIARARE TUTTI I REDDITI INCASSATI E NON UN QUINTO DI TALI INCASSI!!!
Cara lobby dei taxisti anche voi dovreste essere messi in riga come si deve in questo Paese moscio ed incapace di tutto!!!