Antitrust vs Shein, Consumatori: “No greenwashing”
L’istruttoria dell’Antitrust nei confronti di Shein per possibile pubblicità ingannevole desta l’attenzione delle associazioni dei consumatori, che rivendicano trasparenza contro il greenwashing
Rivendicano trasparenza contro il greenwashing e, se le accuse saranno confermate, la necessità che l’azienda risponda delle pratiche per le quali è messa sotto accusa. Il caso è quello della pubblicità ambientale e della sostenibilità vantata da alcuni messaggi promozionali di Shein, finita sotto i riflettori dell’Antitrust che ha avviato un’istruttoria verso l’azienda che gestisce il sito web italiano per possibile pubblicità ingannevole. Secondo l’Autorità potrebbero essere ingannevoli i messaggi promozionali presenti sul sito italiano di Shein relativi alla sostenibilità ambientale dei capi di abbigliamento a marchio.
Consumatori contro le “false pubblicità ambientali”
“Massima severità contro le false pubblicità ambientali delle aziende”, chiede allora il Codacons a fronte dell’istruttoria per possibile pubblicità ingannevole.
“Da tempo denunciamo la prassi delle aziende di ricorrere a “green claims” nelle loro strategie di marketing e nelle comunicazioni commerciali al pubblico, messaggi non sempre corretti che spesso sfociano nel fenomeno del cosiddetto “Greenwashing”, ossia un ecologismo di facciata basato su affermazioni non veritiere in tema di sostenibilità e rispetto dell’ambiente di prodotti e attività produttive – spiega il Codacons – Tali pratiche sono in grado di deviare le scelte dei consumatori, sempre più attenti ad acquisti sostenibili e rispettosi dell’ambiente, e alterare il mercato, dirottando centinaia di milioni di euro ogni anno in termini di acquisti di prodotti commerciali. Per tale motivo l’istruttoria dell’Antitrust assume enorme rilevanza e, se saranno confermati illeciti e irregolarità, ci aspettiamo una sanzione esemplare contro il colosso Shein”.
Spiega a sua volta Martina Donini, presidente nazionale Udicon: «La trasparenza nelle comunicazioni commerciali è fondamentale, soprattutto su temi cruciali come la sostenibilità ambientale. È preoccupante che nonostante la crescente consapevolezza dei consumatori, possano circolare messaggi fuorvianti, sfruttando questa sensibilità senza fornire informazioni veritiere, attendibili e verificabili».
Per Donini «il greenwashing, se confermato, rappresenta un doppio danno, per l’ambiente e per i consumatori, illusi da promesse non mantenute. Le affermazioni aziendali devono essere supportate da azioni concrete, altrimenti rischiano di essere solo specchietti per le allodole, nascondendo pratiche ben lontane dalla vera sostenibilità».
Attenzione ai claim vantati verso i consumatori, dunque. Anche perché, sottolinea la presidente Adoc nazionale Anna Rea, in questo caso si parla di un’azienda fra le più influenti a livello mondiale. Dice Rea: «Nonostante ciò, il suo successo economico sembra spesso fondarsi su politiche commerciali, che sfruttano strategie di comunicazione su greenwashing e la vulnerabilità dei consumatori, molti dei quali sono adolescenti. Questo solleva importanti interrogativi etici e richiede un intervento urgente per tutelare la salute e i diritti delle persone su cui come Associazione dei consumatori siamo impegnati in prima linea».