L’automobile rischia di diventare un lusso. Fra costi di manutenzione, assicurazione e carburanti, nel corso dell’anno sugli automobilisti si è abbattuta una vera stangata. Per Federconsumatori, nel 2011 i costi sono aumentati di 521 euro per un’auto a benzina e di 665 euro per un’auto a gasolio. I rincari legati alle accise si abbatteranno soprattutto sui pendolari, spiega Adiconsum.Carburanti, assicurazioni e parcheggi sono le voci di spesa maggiori che si abbattono sull’auto, ha evidenziato qualche giorno fa il Rapporto ACI-Censis “Automobile 2011”, per il quale in tempo di crisi l’auto si usa di meno ma si paga di più. Un’automobile nel 2011 costa in media 3.278 euro contro i 3.191 del 2010, con un aumento del 2,7% e con il carburante  che rappresenta la maggiore voce di spesa, pari in media a 1.530 euro, con un aumento del 2,3% rispetto allo scorso anno. Secondo le stime di Federconsumatori, i costi sono cresciuti in maniera incredibile da gennaio in poi, determinando un “anno nero” per gli automobilisti.
L’aumento immediato delle accise ha fatto volare benzina e diesel oltre 1,7 euro al litro. Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, “tra gli aumenti spropositati delle polizze rc auto ed i nuovi record raggiunti dai prezzi dei carburanti, i costi per mantenere un’automobile rispetto a gennaio 2011 hanno subito un aumento di 521 euro nel caso di un’auto a benzina, e di ben 665 euro per un’auto diesel”. Si tratta, afferma l’associazione, di “una cifra incredibile, che incide fortemente sul potere di acquisto delle famiglie, duramente compromesso dalla crisi e dai primi effetti delle manovre disposte da questo e dal precedente Governo”. E le stime non tengono conto dell’aumento dell’Iva al 23% che scatterà dal secondo semestre 2012.
Nel dettaglio, l’associazione stima in 109 euro l’aumento rc auto nel corso del 2011; in 51 euro il rincaro per la manutenzione; in 37 euro quello per le autostrade. Questi si sommano a rincari medi di 324 euro per la benzina e di 468 euro per il gasolio.
Commenta Federconsumatori: “Siamo indignati, inoltre, dall’incredibile aumento delle entrate per l’Erario determinato dall’incremento della tassazione: per la benzina nel 2011 vi è stato un aumento della tassazione di ben +19 centesimi al litro, pari a 2,736 miliardi di euro in termini annui; per il gasolio, invece, il 2011 è stato un anno di record: l’aumento della tassazione è stato di ben +24 centesimi al litro, che si traducono in maggiori entrate per lo Stato di 7,2 miliardi di euro”. Il totale è di quasi 10 miliardi di euro.
Per Adiconsum, la stangata legate alle nuove accise sulla benzina colpisce soprattutto le famiglie di pendolari: chi è costretto a percorrere oltre 20.000 km l’anno spende, per due auto a benzina, oltre 330 euro in più, 360 euro  se a gasolio. “L’aumento delle accise porta i carburanti italiani in vetta alla classifica dei prezzi europea: un record che lascia prevedere un ulteriore calo dei consumi e l’aumento dell’inflazione”, spiega Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum. L’aumento delle accise di 9,9 centesimi/litro per la benzina e di 13,6 centesimi/litro per il gasolio ha un impatto enorme, stima l’associazione, pari rispettivamente a 124 euro e 136 euro.
L’incidenza della fiscalità sui carburanti ha raggiunto ormai livelli di guardia e oggi si attesta al 58,2%. “Mentre i tagli a Regioni e Comuni determinano aumenti di tariffa nel trasporto pubblico locale e riduzioni nel servizio, e mentre Trenitalia sopprime le corse, di fatto complessivamente si penalizza la mobilità collettiva: inaccettabile da un lato imporre ai cittadini un modello di mobilità individuale e contemporaneamente tartassarli con le tasse sui carburanti – prosegue Giordano – Non può esserci ripresa economica se le famiglie vedono costantemente ridursi le risorse a disposizione: urgono misure reali per la ripresa dei consumi e una maggiore equità fiscale.”


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