Bollette a 28 giorni, Udicon scrive all’Agcom: “Mantenere alta l’attenzione”
Udicon ha scritto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) chiedendo di mantenere alta l’attenzione sui ristori in favore dei consumatori per la questione delle bollette a 28 giorni
La questione delle bollette a 28 giorni sarà pure conclusa dal punto di vista giudiziario ma va avanti lentamente la questione dei ristori ai consumatori. Così Udicon, Unione per la difesa dei consumatori, ha scritto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) chiedendo di mantenere alta l’attenzione sui ristori in favore dei consumatori. Per i clienti non è dunque chiuso davvero il caso – o telenovela – della fatturazione delle bollette telefoniche a 28 giorni, perché i rimborsi o ristori procedono a rilento.
Spiega la presidente Udicon Martina Donini: «Abbiamo scritto all’Agcom per mantenere alta l’attenzione su questo tema cruciale e assicurarci che la questione non sia dimenticata. Nella lettera indirizzata all’Agcom, abbiamo sottolineato l’importanza di ottenere risposte chiare e tempestive riguardo ai ristori per i consumatori coinvolti. Nonostante non sia contemplata la necessità di una richiesta da parte del consumatore, l’attuazione dei ristori sembra procedere con lentezza».
«Questa vicenda – aggiunge – non deve passare in cavalleria. I consumatori hanno atteso abbastanza, e come Udicon stiamo lavorando intensamente per far ottenere ristori per tutti gli utenti coinvolti. Attendiamo risposte concrete e siamo pronti a continuare la nostra battaglia per assicurare che giustizia venga fatta. I consumatori non saranno dimenticati, e l’associazione continuerà a lottare in tutte le sedi per garantire che le pratiche scorrette nel settore delle telecomunicazioni non abbiano più spazio. Per questa ragione rimaniamo a disposizione dell’Autorità per ulteriori chiarimenti impegnandoci a mantenere gli utenti informati sugli sviluppi futuri di questa questione così importante».
La saga delle bollette a 28 giorni
Quella delle bollette a 28 giorni è querelle ormai annosa. Risale a qualche anno fa, quando le compagnie avevano preso a rinnovare le offerte telefoniche non ogni mese ma ogni 28 giorni, e diventa nel tempo una vera e propria saga. Come?
Nel 2017 le compagnie telefoniche modificano i tempi di invio delle bollette introducendo una fatturazione non su base mensile ma ogni quattro settimane, con rincaro per gli utenti della telefonia. A seguire proteste, l’azione dell’Agcom che stabilisce il criterio della compensazione dei giorni “erosi”, i ricorsi delle compagnie telefoniche al Tar del Lazio, la decisione del Consiglio di Stato sul diritto degli utenti a essere rimborsati e sul criterio automatico delle compensazioni.
Ancora: la richiesta delle compagnie ai clienti di presentare ricorso. A giugno dello scorso anno pronuncia anche la Corte di giustizia dell’Unione europea. Per la Corte Ue “non è contraria al diritto dell’Unione la normativa italiana che attribuisce all’Agcom il potere di imporre, da un lato, agli operatori di servizi di telefonia mobile una periodicità di rinnovo delle offerte commerciali e una periodicità di fatturazione non inferiore a quattro settimane, e dall’altro, agli operatori di servizi di telefonia fissa una periodicità di rinnovo di tali offerte e una periodicità di fatturazione mensile o plurimensile”.
Fra le ultime “puntate” della telenovela, la Corte di Cassazione di recente ha confermato le sentenze del tribunale e della Corte d’appello di Milano, coerentemente alla pronuncia della Corte di giustizia del giugno 2023, che hanno accertato l’illegittimità della fatturazione a 28 giorni. Sulla questione Telecom ha perso il ricorso in Cassazione contro il Movimento Consumatori.