Un percorso burocratico macchinoso: il bonus cultura destinato ai diciottenni italiani rischia il fallimento. Ottenere gli ambiti 500 euro governativi, infatti, rappresenta un vero e proprio cammino a ostacoli. Motivo per cui lo stesso Governo si è visto costretto a prolungare i tempi di iscrizione al servizio (tramite applicazione 18app): non più vincolato al 31 gennaio, ma prorogato fino al prossimo 30 giugno 2017 e spendibile fino al 31 dicembre 2017. Secondo il quotidiano torinese La Stampa, fino al 17 gennaio scorso, «i ragazzi maggiorenni erano riusciti a spendere appena il 6,3% di quanto stanziato». Il motivo? Sia le difficoltà nel processo di attribuzione dell’identità digitale SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale, che permette di accedere a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione con un’unica username e password), sia le difficoltà nell’individuare cinema, teatri, librerie, musei, parchi aderenti all’iniziativa.

«Sicuramente ottenere SPID non è facile» dichiara ai media Mauro Vergari, responsabile Trasporti, Comunicazioni e Nuove Tecnologie dell’associazione Adiconsum. «E anche partendo dal presupposto che le difficoltà tecnologiche per i 18enni dovrebbero essere inferiori, una campagna informativa rivolta ai giovani su come ottenere SPID, soprattutto con progetti nelle scuole sarebbe stata, in ogni caso, utile. Perché non è vero che i giovani sono tutti tecnologicamente capaci».

«Utilizzare il bonus non è cosa velocissima, non c’è un motore di ricerca» prosegue Vergari. «Anche la ricerca all’interno del sito dedicato non è immediata e sappiamo tutti che i giovani si stancano presto e vogliono sistemi veloci. Fra ricerca fisica e online si perde molto tempo, prima occorre vedere cosa si propone di fisico poi rifare la medesima ricerca fra le convenzioni online. Certamente non si è pensato molto a chi non vive in città grandissime. Per chi vive nei paesi o in città piccole l’offerta è veramente scarsa perché non è capillare l’offerta e il numero degli esercizi convenzionati al sistema. E se, per esempio, si vuole andare a teatro e si carica il bonus per il costo di un posto in platea ma al momento di andare al botteghino i posti sono finiti, sorgono dei problemi perché il bonus non è spendibile per altre tipologie di costo».

E poi manca la promozione. «Non si vedono in giro pubblicità con, ad esempio, indicato il prezzo e qualcosa riferito al bonus che faccia capire che è acquistabile per i 18enni con il bonus statale. Se vado al teatro o al cinema o in libreria e scopro che tante cose sono acquistabili con il bonus, con molta probabilità deciderò di utilizzarlo» commenta Vergari.

Il consiglio? Coinvolgere, al lancio dei progetti, i destinatari delle iniziative e le associazioni di consumatori. «Quando si realizzano iniziative per i cittadini non si trovano mai sistemi per ascoltarli prima di mettere in campo l’iniziativa» precisa Vergari. «I servizi vengono lanciati senza fare delle beta per capire le difficoltà che si potrebbero incontrare e senza quindi provare a migliorare il tutto, prima che arrivi al pubblico».

di Marianna Castelluccio


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