Canone Rai in bolletta, l’annuncio a fine CdM: scenderà a 70 euro (Foto Pixabay)

Piccolo taglio del canone Rai in bolletta. Scenderà da 90 a 70 euro l’anno. Questo l’annuncio fatto oggi al termine del Consiglio dei Ministri da parte dei ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti e del vicepremier Matteo Salvini (Fonte: Ansa). Il calo dell’importo del canone annuo della Rai, che viene pagato in dieci rate, fa parte delle iniziative previste dalla manovra 2024. E su questo annuncio si concentrano le prime reazioni delle associazioni dei consumatori.

Codacons: abolire canone Rai

Afferma ad esempio il Codacons: “Il canone Rai è l’imposta più odiata dagli italiani, e non va tagliato ma abolito definitivamente, con la Rai che deve concorrere ad armi pari con le tv commerciali”.

Per l’associazione “l’inserimento del canone nelle fatture elettriche ha rappresentato una vera e propria vessazione a danno degli utenti, che si sono ritrovati a pagare bollette più salate a causa della decisione assunta dall’allora Governo Renzi. La questione finì anche dinanzi al Tar del Lazio, dove la nostra associazione presentò un ricorso per contestare la misura in virtù dell’illogicità della riscossione di un tributo legato al possesso del televisore attraverso le bollette elettriche. Un taglio di appena 20 euro sul costo del canone non può apparire sufficiente, e riteniamo che i tempi siano oramai maturi per procedere ad una abolizione totale del canone Rai, considerato il nuovo scenario del mercato televisivo italiano e la possibilità per la Rai di concorrere ad armi pari con le altre reti attraverso la raccolta pubblicitaria”.

UNC: via il canone per i redditi bassi

Il calo del canone Rai pagato in bolletta rappresenta una «ottima notizia, purché non venga esteso ai nuovi device, come si era ventilato a luglio. No, insomma, a farlo pagare a chi ha semplicemente uno smartphone – commenta il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona – Inoltre andrebbe tolto dalla bolletta della luce e abolito almeno per chi ha redditi bassi. Non si capisce, infatti, perché la soglia di esenzione reddituale per il pagamento, attualmente pari a 8 mila euro annui, peraltro vergognosamente bassa, venga considerata solo per chi ha compiuto 75 anni, come se l’età avesse a che fare con la povertà».


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