cimitero

Se c’è un settore economico che non va mai in crisi è quello del caro estinto. A pochi giorni dalla ricorrenza del 2 Novembre, un’indagine del Codacons sul business del caro estinto ha evidenziato che mediamente un funerale, tra bara, carro funebre, fiori, servizi vari, costa in Italia 4.050 euro, escluso l’acquisto del loculo – spiega l’associazione – Una cifra in crescita del 15,7% rispetto a 3 anni fa. Qualora per un funerale ci si avvalga dei servizi comunali, il costo complessivo si riduce del 25/30%, a seconda delle zone di residenza. L’Associazione ricorda, tuttavia, che costo di un funerale e’ comunque estremamente variabile e dipende dalle tante voci che lo compongono.Per una bara, infatti, si puo’ spendere da un minimo di 500 euro fino ad oltre 15.000 euro, a seconda della tipologia della cassa, del legno, del rivestimento interno, degli inserti scelti, ecc. Mediamente in Italia il costo di una corona di fiori varia dai 100 ai 200 euro, quello di un cuscino dagli 80 ai 150 euro, quello della lapide dai 500 ai 1500 euro, mentre per gli annunci mortuari si spende dai 300 ai 1000 euro.
Un funerale costa nelle citta’ del sud Italia mediamente il 15-20% in piu’ rispetto al resto d’Italia. Questo perche’ l’ultimo saluto al defunto e’ una cerimonia particolarmente sentita nel Mezzogiorno, che induce i parenti dell’estinto a non rinunciare ad alcun accessorio e a scegliere servizi di un certo livello. Anche per questo e’ cresciuto negli ultimi anni il numero di coloro che scelgono di pagare una cerimonia funebre a rate, scelta compiuta oggi dal 35% degli italiani.
In alcune citta’ del sud Italia, ad esempio Napoli, l’evento e’ cosi’ sentito che e’ possibile far partecipare ad un funerale dei “figuranti” i quali, dietro pagamento, accompagnano il feretro piangendo e inscenando disperazione, cosi’ da rendere piu’ tragica la scomparsa del defunto.
Per risparmiare sui costi totali delle esequie si opta sempre piu’ per la cremazione: nel 2011 sono state in Italia 80mila, pari al 10% del totale dei funerali. I costi della cremazione consentono infatti forti risparmi e le tariffe sono fisse e variano da comune a comune, da 230 euro a un massimo di 578 euro. Forti le differenziazioni sul territorio: a Milano vengono cremati il 65% dei defunti, a Palermo solo lo 0,2%.
L’’Unione Nazionale Consumatori di Roma, invece, pone l’attenzione su un altro business ‘fiorente’, quello dei crisantemi: non aspettate di acquistare i crisantemi proprio nei giorni a ridosso della Festa del 2 novembre,  in modo da evitare di pagare prezzi maggiorati fino del 100% per gli stessi fiori che al mercato all’ingrosso costano la metà. Essere consumatori consapevoli e combattere la speculazione dei prezzi significa – soprattutto in tempi di crisi – anche iniziare a preferire al crisantemo, che nella nostra cultura è il simbolo della commemorazione dei defunti, fiori “alternativi” come ciclamini, margherite e gerbere bianche, altrettanto adatte alla circostanza, durevoli nel tempo e dai costi ragionevoli. Perché non è certamente dal tipo di fiore che può dipendere il ricordo e la vicinanza ai propri cari defunti nel giorno dedicato alla loro memoria.


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