Cittadinanzattiva: il decreto trasparenza nasconde zone d’ombra
Altro che trasparenza. La bozza del decreto legge a riguardo renderà tutto molto più opaco e non accessibile ai cittadini. A sollevare questo timore è Cittadinanzattiva. L’associazione, che è stata tra le prime in Italia ad utilizzare lo strumento dell’accesso civico, ha osservato che “se il decreto dovesse essere approvato nella sua formulazione attuale, di fatto sarebbe impedito ai cittadini di accedere alle informazioni detenute dalla pubblica amministrazione e l’accesso civico sarebbe del tutto svuotato del suo contenuto innovativo”.
Lo ha dichiarato Isabella Mori, responsabile politiche per la trasparenza di Cittadinanzattiva, in seguito alla partecipazione all’audizione di ieri pomeriggio sulla bozza del decreto trasparenza.
Il cosiddetto “FOIA- Freedom of information Act- italiano” prevede il riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, mediante la modifica o l’integrazione delle disposizioni vigenti, prevedendo anche nuove forme di pubblicità. Il testo è stato elaborato con il contributo dei componenti della Commissione per lo studio e l’elaborazione di proposte in tema di trasparenza e prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione. L’obiettivo dello schema di provvedimento è quello, in coerenza con i principi e criteri di delega, di riordinare, in un unico corpo normativo, le numerose disposizioni legislative, in materia di obblighi di informazione, trasparenza e pubblicità da parte delle pubbliche amministrazioni, susseguitesi nel tempo e sparse in testi normativi non sempre coerenti con la materia in argomento e, per tale motivo, non immediatamente fruibili.
“Nonostante il Ministro Madia abbia dichiarato che questo decreto introduce l’accesso totale agli atti nel nostro paese”, continua Mori, “di fatto, introduce una serie di limiti e ostacoli che impediranno ai cittadini di esercitare il diritto di accesso e aumenteranno in maniera esponenziale la discrezionalità della PA”.
Che cosa non torna? Innanzitutto l’introduzione di costi a carico dei cittadini per poter avere copia dei documenti richiesti. A velare di opacità le novità del decreto sulla trasparenza vi è poi l’introduzione della pratica del silenzio-rigetto dell’istanza di accesso: questa clausola “nega ai cittadini”, dicono dall’associazione, “anche il diritto di conoscere le motivazioni del diniego”. Il decreto, inoltre, prevede diverse modalità di richiesta dei documenti a seconda della “tipologia” di accesso (civico, agli atti, aperto), aumentando il rischio che il cittadino possa confondersi.
“Chiediamo pertanto”, conclude Mori, “di uniformare la disciplina del diritto di accesso, di eliminare le disposizioni che introducono l’elenco dei limiti sull’accesso civico, e di eliminare i costi a carico dei cittadini”.

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