Comportamenti di consumo e attese delle famiglie italiane, l’indagine di Bankitalia
Secondo l’indagine di Bankitalia, le attese delle famiglie sono migliorate. Tuttavia, nell’ultimo mese, il 30% delle famiglie ha percepito un reddito più basso rispetto a prima dello scoppio della pandemia. UNC: “dati preoccupanti, è urgente una riforma fiscale”
Nell’ultimo mese il 30% delle famiglie – in Italia – ha percepito nell’ultimo mese un reddito più basso rispetto a prima dello scoppio della pandemia. Migliorano, tuttavia, le attese sulla situazione economica generale e sul mercato del lavoro. È quanto emerge dalla quinta edizione dell’Indagine Straordinaria sulle Famiglie italiane (ISF), realizzata Bankitalia su quasi 2.500 nuclei familiari per raccogliere informazioni sulle loro condizioni economiche e aspettative.
Indagine Bankitalia, le aspettative dei cittadini
Le attese sulla situazione economica familiare sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto a inizio anno: oltre il 70% dei nuclei si attende per il 2021 un reddito in linea con quello percepito nel 2020; mentre circa un sesto ritiene che sarà inferiore.
La maggior parte delle famiglie ritiene che il valore delle proprie attività finanziarie nel 2020 sia rimasto stabile, mentre un terzo sostiene che sia diminuito. Solo il 7% dei nuclei riporta un aumento del valore delle proprie attività finanziarie nel corso del 2020; incremento che riguarda prevalentemente le famiglie che dichiarano di arrivare con facilità alla fine del mese.
Sul fronte risparmio, la quota di nuclei che – nei prossimi 12 mesi – si aspetta di spendere meno del proprio reddito annuo, riuscendo a mettere qualcosa da parte, è rimasta sostanzialmente stabile. In particolare – secondo l’indagine – le attese di risparmio sono maggiormente diffuse tra le famiglie che arrivano con facilità alla fine del mese, ma sono prevalenti anche tra quelle che indicano di avere moderate difficoltà economiche.
I comportamenti di consumo
Per quanto riguarda i comportamenti di consumo, l’indagine rileva un trend condizionato dall’emergenza sanitaria.
È ancora elevata (circa 80%) la quota di famiglie che dichiarano di aver ridotto le spese per servizi di alberghi, bar e ristoranti e di aver fatto meno frequentemente acquisti in negozi di abbigliamento rispetto al periodo precedente la pandemia; sette famiglie su dieci riportano una minore spesa per i servizi di cura della persona.
Le intenzioni di consumo si confermano nel complesso caute. Oltre i due terzi delle famiglie dichiarano che avrebbero mantenuto invariate le spese per beni non durevoli e servizi nei successivi tre mesi, un quarto le avrebbe ridotte.
L’indagine evidenzia, inoltre, che il calo dei consumi riguarderebbe anche parte di coloro che si aspettano un incremento di reddito nel 2021.
Nelle valutazioni delle famiglie, le aspettative di consumo dipendono anche dal successo della campagna vaccinale, che per un terzo dei nuclei, in aprile, stava procedendo meglio o in linea rispetto alle attese.
UNC: dati drammatici, serve riforma del fisco
Per l’Unione Nazionale Consumatori i dati emersi dall’indagine di Bankitalia sono preoccupanti.
“I dati diventano drammatici per alcune categorie come i lavoratori autonomi, per i quali la percentuale sale al 45,1%, sommando quelli per i quali il reddito si è ridotto di meno del 25% (20,9%), tra il 25 e il 50 (14,9%) e più del 50% (9,3%). Ancora peggio va per i disoccupati: ben il 56,9% ha visto diminuire le proprie entrate mensili”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Cifre che dimostrano l’urgenza di una riforma fiscale, che riduca quei tributi che gravano su tutti indipendentemente dalla capacità contributiva, come ad esempio gli oneri di sistema sulle bollette di luce e gas o l’Iva sui beni necessari, come le mascherine e i dispositivi medici che, dal 1° gennaio 2021 è tornata, come se la pandemia fosse finita” conclude Dona.