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Le politiche adottate finora sono state inefficaci: è ora di “affiancare alle manovre di risanamento scelte che possano garantire una crescita stabile”. L’innovazione finanziaria “può essere positiva” ma crea anche nuovi rischi e per questo “legislatori e autorità hanno il dovere di evitare che si trasformi in un meccanismo che brucia i risparmi delle famiglie”. E attenzione alla “dittatura dello spread” verso cui va crescendo l’insofferenza dei cittadini. Sono i punti toccati nel discorso del presidente della Consob Giuseppe Vegas, durante la relazione annuale presentata a Milano.
Il presidente della Commissione nazionale per le società e la borsa Giuseppe Vegas, nell’incontro annuale col mercato finanziario, ha evidenziato le conseguenze della crisi economica e da quello che ha definito l’annus horribilis. “La crisi delle finanze pubbliche e la contrazione della crescita si sono già ripercosse sul tenore di vita dei cittadini, originando una vera e propria ‘crisi del reddito delle famiglie’. In Italia, secondo gli ultimi dati Istat, la percentuale di famiglie a rischio di povertà ed esclusione sociale continua a essere più elevata di quella di altre economie avanzate. Il potere di acquisto è diminuito nel 2011 dello 0,5 per cento e la propensione al risparmio si è portata al 12 per cento, il valore più basso dal 1995. La compressione del risparmio ha colpito prevalentemente le famiglie appartenenti alla classe media e ha allargato la forbice tra ricchi e poveri, mettendo a rischio la futura crescita della ricchezza del Paese e la sua equa distribuzione”.
Per la prima volta, ha proseguito il presidente Consob, è messa in discussione la stabilità dell’eurozona. “Siamo a un bivio – ha detto Vegas– Le politiche sin qui adottate si sono rivelate inefficaci. È giunto il momento di affiancare alle manovre di risanamento scelte che possano garantire una crescita stabile. Per ottenere questo risultato è però indispensabile che gli Stati europei adottino soluzioni comuni, di lungo periodo e al servizio di tutti”.
Nel discorso di Vegas c’è anche un forte richiamo ai rischi della speculazione e delle attività del sistema finanziario. I processi di innovazione finanziaria infatti “pur ampliando le possibilità di investimento e diversificazione del portafoglio per i risparmiatori, fanno emergere nuove fonti di rischio, non sempre governabili dalle autorità di vigilanza”. Così “l’innovazione finanziaria può essere positiva, ma legislatori e autorità hanno il dovere di evitare che si trasformi in un meccanismo che brucia i risparmi delle famiglie”. Nel suo discorso, Vegas ha citato due esempi di innovazioni particolarmente rischiose: i credit default swap (cds) “nudi”, che l’Unione europea ha deciso di vietare, e il trading algoritmico (high frequency trading), una tecnica di contrattazione basata su algoritmi matematici e connessioni ad alta velocità.
Le sfide del mercato, emerge dalle parole del presidente Consob, vanno affrontate con un interlocutore europeo e con una regolamentazione europea: un esempio è il caso della tassa sulle transazioni finanziarie. Il mercato è interconnesso, alcuni legislatori nazionali ritengono di poter attuare politiche efficaci ma, sostiene Vegas in relazione al dibattito sull’imposta sulle transazioni finanziarie, questo “ha registrato la posizione di alcuni paesi membri disposti ad agire anche in assenza di coordinamento internazionale. Se si vogliono invece affrontare le sfide del mercato globale con ragionevole possibilità di successo, occorre disporre di una regolamentazione finanziaria armonizzata quanto meno a livello europeo”.
Il presidente Consob evidenzia inoltre i rischi insiti in quella che viene percepita come “dittatura dello spread”, che significa decisione affidata solo al mercato. Sostiene infatti Vegas: “In molti paesi europei va crescendo l’insofferenza nei confronti della ‘dittatura dello spread ’, vista come ostacolo alle aspirazioni dei popoli. I cittadini non accettano di pagare per scelte su cui non sono chiamati a decidere. Affidare il nostro futuro a un numero costituisce anche un modo di abdicare ai nostri doveri. I nostri doveri discendono anche da un fondamentale diritto: quello di partecipare democraticamente all’assunzione delle decisioni che ci riguardano. E lo spread, che dipende in sostanza dalle scelte di un soggetto invisibile, il mercato, attribuisce ogni potere decisionale a chi detiene il potere economico, nei fatti vanificando il principio del suffragio universale”. E invece gli eventi mettono le classi dirigenti “di fronte alla necessità di tutelare il sistema democratico dal continuo assalto della speculazione”.


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