Le avvertenze per l’investitore devono essere più chiare, semplici e comprensibili. Un’inversione di rotta, finalmente, oppure solo “parole, parole, parole”, come commenta l’Unione Nazionale Consumatori prendendo a prestito i versi della famosa canzone? Il fatto: nei giorni scorsi la Consob ha emanato una raccomandazione in cui chiede più chiarezza ed efficacia informativa nelle “Avvertenze per l’investitore”, strumento che (pur non facendo parte del prospetto) serve ad evidenziare in poche pagine i rischi di particolare rilevanza legati alla società o agli strumenti finanziari proposti al mercato.

L’obiettivo della raccomandazione, spiega la Consob, è di “migliorare la qualità delle informazioni disponibili per risparmiatori e  investitori”. Dunque le Avvertenze devono essere scritte “attenendosi a criteri di brevità e concisione, semplicità espositiva, comprensibilità ed immediatezza”, spiega ancora la Consob, che fa riferimento a una serie di contenuti quali l’obiettivo dell’operazione, le eventuali incertezze sulla continuità aziendale, legate alla situazione economica, patrimoniale, finanziaria e gestionale dell’emittente e  le caratteristiche del prodotto finanziario proposto, rappresentandone l’eventuale complessità e i rischi di illiquidità che possono incidere sul recupero dell’investimento.  Il testo delle Avvertenze dovrà essere pubblicato subito dopo la copertina del prospetto, in caratteri facili da leggere e con uno stile discorsivo; dovrà dare un’informativa piena e sintetica per permettere una lettura autonoma del testo, fermo restando la necessità di leggere l’intero prospetto e la sezione dedicata ai “Fattori di Rischio”.

La Consob fa inoltre sapere che sta esaminando una ulteriore raccomandazione, che riguarda le  “Informazioni-chiave da fornire ai clienti al dettaglio nella distribuzione di prodotti finanziari”. “La valutazione – spiega – terrà conto degli sviluppi in ambito europeo della direttiva comunitaria sui prodotti finanziari pre-assemblati di matrice bancaria e assicurativa (Priips), al fine di assicurare piena coerenza fra le iniziative di regolamentazione assunte a livello nazionale e la legislazione europea in fase di definizione”. Su questa si sofferma l’Associazione bancaria italiana, che ha accolto con favore la pubblicazione del documento sulle Avvertenze per l’investitore. “Nel Comunicato di Consob si legge che è ancora in corso di esame la Raccomandazione sulle “Informazioni-chiave da fornire ai clienti al dettaglio nella distribuzione di prodotti finanziari”: da mesi e anche nel discorso ufficiale tenuto alla giornata mondiale del Risparmio, il Presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha sollecitato la Consob affinché la Raccomandazione sia pubblicata al più presto – ha detto il Direttore Generale dell’Abi, Giovanni Sabatini – Patuelli ha sottolineato più volte la necessità ed urgenza della Raccomandazione Consob, senza attendere gli sviluppi della normativa in ambito europeo che stanno ritardando”.

Di diverso avviso l’Unione Nazionale Consumatori, la cui richiesta è più semplice: le banche non devono vendere prodotti finanziari a rischio ai piccoli risparmiatori. Di fronte alla raccomandazione Consob, commenta infatti il segretario dell’associazione Massimiliano Dona: “Parole, parole, parole, soltanto parole. Siamo stufi delle chiacchiere! Quello che serve è che le banche non vendano più strumenti finanziari particolarmente rischiosi ai clienti al dettaglio e che siano riservati solo a investitori istituzionali. Basta, insomma, con le obbligazioni subordinate o strutturate vendute alle famiglie e ai clienti più deboli”.


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