
Deforestazione, Parlamento europeo chiede nuove regole per prodotti deforestation free (foto pixabay)
Deforestazione, Parlamento europeo chiede nuove regole per prodotti deforestation free
Il Parlamento europeo chiede alle aziende di garantire che i prodotti venduti nell’UE non provengano da deforestazione
Il Parlamento europeo chiede di bloccare i prodotti che vengono da deforestazione. E di ampliare la portata dell’azione promossa dalla Commissione europea. Le misure per limitare l’importazione di prodotti legati alla deforestazione deve allungare la lista dei prodotti e prevedere non solo legno, soia, carni bovine, cacao e olio di palma ma anche carne suina, ovina e caprina, pollame, mais e gomma, nonché i prodotti a base di carbone e carta stampata.
Per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, il Parlamento europeo chiede alle aziende di garantire che i prodotti venduti nell’UE non provengano da terreni deforestati o degradati.

Deforestazione, il voto del Parlamento europeo
Dal 1990 al 2020 è andata persa a causa della deforestazione un’area più grande dell’Unione europea, pari a 420 milioni di ettari di foresta, e il consumo della Ue rappresenta circa il 10% della deforestazione globale. L’olio di palma e la soia rappresentano più di due terzi di questo consumo.
Oggi la plenaria del Parlamento europeo ha dunque adottato la sua posizione sulla proposta della Commissione di regolamento sui prodotti esenti da deforestazione (con 453 voti favorevoli, 57 contrari e 123 astensioni).Il Parlamento è ora pronto per avviare i negoziati sulla legge finale con gli Stati membri dell’UE.
«La nuova legge – spiega una nota del Parlamento – renderebbe obbligatoria per le aziende la verifica (la cosiddetta “due diligence”) che i beni venduti nell’Ue non siano stati prodotti su terreni deforestati o degradati in nessuna parte del mondo. Ciò garantirebbe ai consumatori che i prodotti che acquistano non contribuiscono alla distruzione delle foreste, comprese le insostituibili foreste tropicali, e quindi ridurrebbe il contributo dell’UE al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità».
I deputati vogliono inoltre che le aziende “verifichino che le merci siano prodotte in conformità con le disposizioni sui diritti umani nel diritto internazionale e rispettino i diritti delle popolazioni indigene”.
Deforestazione, ampliare la portata delle norme
La proposta della Commissione riguarda il bestiame, il cacao, il caffè, l’olio di palma, la soia e il legno, compresi i prodotti che contengono, sono stati nutriti o sono stati realizzati utilizzando questi prodotti (come pelle, cioccolato e mobili). Il Parlamento vuole invece includere anche la carne suina, ovina e caprina, il pollame, il mais e la gomma, nonché i prodotti a base di carbone e carta stampata. Secondo i deputati, inoltre, i prodotti non devono provenire da terreni deforestati dopo il 31 dicembre 2019, un anno prima di quanto proposto dalla Commissione. Il Parlamento vuole inoltre che le istituzioni finanziarie siano soggette a requisiti aggiuntivi per garantire che le loro attività non contribuiscano alla deforestazione.
Anche se nessuna merce o paese verrà bandito, le aziende sono chiamate a valutare i rischi nella catena di approvvigionamento, ad esempio attraverso monitoraggio satellitari o audit sul campo. La Commissione dovrebbe così arrivare, entro sei mesi, a una classifica dei paesi o delle regioni ad alto, medio e basso rischio, e i prodotti provenienti da paesi a basso rischio saranno soggetti a meno obblighi.
«Riconoscendo che l’UE è responsabile di circa il 10% della deforestazione globale, non abbiamo altra scelta che intensificare i nostri sforzi per fermare la deforestazione globale – ha detto il relatore Christophe Hansen (PPE, LU) – Se riusciamo a trovare il giusto equilibrio tra ambizione, applicabilità e compatibilità con il WTO, questo nuovo strumento ha il potenziale per aprire la strada a catene di approvvigionamento libere dalla deforestazione».

Scrive per noi

- Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.
Acqua2023.03.21Acqua in Italia, Istat: alte perdite di rete e razionamento in 15 città
Acqua2023.03.21Acqua, è sempre più cara ma il 40% va ancora dispersa
Telefonia2023.03.21Servizio aggiuntivo a pagamento, l’Antitrust multa Tim per oltre 2 milioni
Trasporti2023.03.17Ponte sullo Stretto di Messina, a volte ritornano